Olivier Janssens sta per investire 50 milioni di dollari in questa piccola isola dei Caraibi per creare un nuovo paradiso fiscale.
Molto presto potremmo avere un’altra Dubai, ma questa volta non nei Paesi arabi, bensì su un’isola dei Caraibi. È questo il progetto che sta portando avanti Olivier Janssens, milionario grazie al Bitcoin e oggi imprenditore di successo, oltre che fervente sostenitore del libertarismo, ideologia statunitense che difende le libertà individuali.
Janssens sta sviluppando il progetto Destiny, che lui stesso ha definito una «Monaco-Dubai dei Caraibi». Questo nuovo paradiso dovrebbe nascere sull’isola di Nevis, nei Caraibi. Janssens lavora a questa idea da oltre dieci anni e il suo sogno sembra ora vicino a diventare realtà. Da quest’estate, infatti, lo Stato di Saint Kitts e Nevis ha autorizzato la creazione di zone speciali per lo sviluppo sostenibile. Sfruttando questa iniziativa, Olivier Janssens si è impegnato a investire 50 milioni di dollari nelle infrastrutture dell’isola di Nevis, in particolare nella costruzione di ville e centri medici, a condizione che il governo approvi formalmente il suo progetto.
Janssens si è detto fiducioso e, per questo, sta già acquistando numerosi appezzamenti di terreno sull’isola, che conta attualmente 13.200 abitanti e si estende su una superficie di circa 93 chilometri quadrati. Il progetto Destiny, come si legge sul sito ufficiale, viene definito una «Monaco-Dubai dei Caraibi» e promette di aumentare in modo significativo il PIL di Saint Kitts e Nevis e dell’intera area dei Caraibi orientali.
In arrivo un nuovo paradiso fiscale?
Janssens punta a creare una zona che possa diventare un paradiso fiscale, dove i più ricchi potranno trasferire la propria residenza, ma anche una nuova meta turistica di lusso.
Era il 2010 quando Janssens ha iniziato ad acquistare i suoi primi Bitcoin, partecipando al mining quando il valore della criptovaluta era di pochi centesimi. Oggi è milionario ed è un imprenditore affermato che, forte del suo sostegno al libertarismo, sta portando avanti un progetto basato sull’idea di creare un mondo decentralizzato e una società più libera. Il suo progetto non è un unicum nel mondo, ma si inserisce in un movimento più ampio di «Bitcoiners» che sostengono la nascita di Stati o comunità fondate sulla decentralizzazione e sulla libertà finanziaria individuale. Un esempio è Liberland, tra Serbia e Croazia, proclamata nel 2015 e già definita da molti come una Repubblica libera. Lì numerosi possessori di Bitcoin hanno già trasferito la propria residenza.
Più recentemente, il cofondatore di Ledger, Eric Larchevêque, ha lanciato The Bitcoin Society (TBSO), una società «in rete» che mira a integrare le risorse economiche dei propri membri per esercitare influenza sui governi. Questa struttura potrebbe consentire agli aderenti di ottenere condizioni preferenziali, come visti, zone di libero scambio o progetti immobiliari, nei Paesi disposti ad accoglierli.
Sul progetto Destiny non mancano però le polemiche, in particolare da parte del partito di opposizione del governo di Saint Kitts e Nevis. «Hanno scelto con cura il termine ’sostenibile’ perché evoca qualcosa di buono e sano. È semplicemente un modo pomposo di parlare di una zona economica speciale con benefici aggiuntivi», ha dichiarato Kelvin Daly, esponente del Nevis Reformation Party (NRP).
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