Guadagni AdSense: come mettersi in regola con il fisco

Dimitri Stagnitto

24/05/2017

07/10/2017 - 12:09

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Hai incassato dei soldi da Google Adsense ma non sai come dichiararli al fisco? Ecco una breve guida su come gestire tutto al meglio.

Guadagni AdSense: come mettersi in regola con il fisco

Molti proprietari di siti web in Italia come in tutto il mondo vendono la pubblicità dei loro siti utilizzando programmi come Google AdSense per monetizzare i contenuti prodotti.

Dopo il duro sforzo nel creare il sito e portare traffico arrivano i primi giuadagni e i primi problemi: come mettersi in regola con il fisco?

Google non richiede l’emissione e l’invio di un documento (fattura) per inviare il pagamento: basta un semplice conto corrente e di cui si fornisce l’IBAN a Google che invierà un bonifico ogni mese.

Tuttavia queste cifre rappresentano redditi da lavoro e non possono essere semplicemente incassate: bisogna dichiararle al fisco. Come si fa?

Fatturare con AdSense: aprire la partita IVA
Prima di tutto una buona notizia: se si apre una nuova partita iva si può aderire al regime forfetario, molto vantaggioso in termini di tassazione e contributi previdenziali.

Aderendo a questo regime si sarà possibile pagare pochissime tasse rispetto alla normale tassazione italiana ed essere perfettamente in regola con il fisco.

Con la partita IVA dovrete emettere, per ogni pagamento ricevuto, una fattura. Nel caso di Google va intestata a:

Google
Google Ireland,
Gordon House,
Barrow Street,
Dublin 4,
Irlanda
VAT (partita IVA): IE6388047V

Non è necessario inviare a Google la fattura.

Le fatture vanno emesse ogni volta che si riceve un pagamento e, anche se non si fosse nel regime forfettario (già di per sè esente IVA), sono comunquer esenti da IVA secondo il principio dell’estinzione dell’imposta nel paese di origine.

E’ quindi necessario applicare il meccanismo della reverse charge con cui ci si fa una sorta di «autofattura» che azzera il saldo IVA sull’operazione.

Per comodità riportiamo anche i dati di fatturazione dei principali network di affiliazione:

  • TradeDoubler
    TradeDoubler AB
    Sveavägen 20, 7tr
    SE-111 57 STOCKHOLM
    Svezia
    VAT (Partita IVA): SE556575742301
  • ZANOX.de AG
    Stralauer Allee 2
    10245 Berlin
    Finanzamt für Körperschaften II
    Codice fiscale 37/214/20588
    Numero di identificazione fiscale DE209981705
  • Amazon
    Amazon Europe Core Sarl
    5 Rue Plaetis
    L-2338 Lussemburgo
    Lussemburgo
    VAT (Partita IVA): LU26375245

Infine, se sei un webmaster con un sito sufficientemente visitato e qualitativo, potresti valutare di acquisire sistemi di monetizzazione più avanzati come quelli offerti da Evolution Adv.

Google AdSense: le prestazioni occasionali non sempre sono accettate dal fisco. Obbligo Intrastat
Attenzione: se l’importo annuale incassato da Google è inferiore ai 4.800€ è possibile dichiarare semplicemente l’importo incassato in dichiarazione dei redditi come reddito autonomo occasionale, compilando il quadro RL dei redditi diversi.

L’importo non sarà tassato perché inferiore al minimo di legge e non dovrete nulla neanche all’INPS.

Questo comportamento tuttavia non è del tutto corretto. Le prestazioni occasionali, infatti, sono caratterizzate dal requisito dell’occasionalità, spesso confuso con quello della prevalenza. In altre parole, un’attività come la gestione e lo sviluppo di un sito al fine di vendere spazi pubblicitari non può essere concettualmente considerata un’attività occasionale, ancorché nella prassi italiana sia spesso così.

Diversa invece la situazione in cui il reddito da AdSense, da solo o sommato ad altre fonti di reddito simili (collaborazioni, programmi di affiliazione, altri network pubblicitari) superi la soglia dei 4.800€ annui, in questo caso bisognerà certamente aprire una partita IVA.

Obbligo Intrastat: la fattura AdSense deve essere inserita e comunicata con gli elenchi Intracomunitari
Si evidenzia, infine, che la fattura emessa a Google AdSense deve essere comunicata tramite gli elenchi Intra.

ll modello Intra è un adempimento in vigore dal 1993 che impone la comunicazione degli elenchi riepilogativi sui dati delle operazioni IVA effettuate all’interno dell’Unione Europea. Il documento deve essere presentato da tutti i soggetti passivi Iva che hanno prestato (per Intra1) o acquistato (Intra2) beni e/o servizi fuori dall’Italia ma all’interno dell’Unione Europea (UE).

L’invio telematico del modello Intrastat 2017 può essere effettuato a cadenza mensile o trimestrale a seconda del volume delle operazioni IVA di scambio che si sono effettuate con le aziende operanti in altri Paesi dell’Unione Europea. Anche se un decreto varato nel 2016 stava per abrogare Intra2, entrambi i moduli di cui si compone la comunicazione sono obbligatori anche per l’anno in corso.

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