Grecia: i contribuenti non pagano più le tasse in attesa delle elezioni del 25 gennaio. Mentre, secondo i sondaggi, Syriza amplia il vantaggio, la BCE minaccia pesantissime ripercussioni
I contribuenti greci hanno deciso di non pagare più le tasse. Mentre sale l’attesa per le elezioni del prossimo 25 gennaio, nelle quali si scontreranno Syriza, partito di Alexis Tsipras, contro la Nuova Democrazia, gruppo del primo ministro uscente Antonis Samaras, gli ellenici bloccano i pagamenti. Se non è una rivoluzione vera è propria, può essere quantomeno definita una rivoluzione fiscale.
Nel frattempo, secondo quanto scrive oggi Bloomberg, la BCE starebbe pensando sempre più seriamente di chiudere i rubinetti alla Grecia, tagliando gli aiuti stabiliti per far risollevare il Paese, nel caso in cui il prossimo Governo non rispettasse le regole imposte da Bruxelles (o forse sarebbe meglio dire da Berlino).
La Grecia e la BCE
L’esecutivo che uscirà vincitore dalla tornata elettorale che si terrà tra 12 giorni rischia dunque di trovarsi tra due fuochi: da un lato cittadini esasperati, disperati e imbufaliti, dall’altro l’Unione Europea e le sue regole, la cui mancata osservazione causerebbe la perdita di soldi praticamente indispensabili per sopravvivere. Una situazione non facile che rischia di fare dei cittadini delle vittime, qualunque sia la scelta.
La Banca Centrale Europa intanto è sul piede di guerra. Secondo quanto affermato da James Nixon, responsabile economista europeo presso Oxford Economics, sulle pagine di Bloomberg:
"le trattative iniziano con la minaccia di una distruzione reciproca assicurata. Ma ritirare davvero i finanziamenti dalle banche greche è qualcosa che significherebbe che la Grecia è sul punto di lasciare l’euro".
Grecia: stop alle tasse
Nel frattempo, uno studio pubblicato da Ekathimerini, quotidiano ellenico vicino al centro-destra, mostra come nel corso degli ultimi giorni le entrate fiscali dello Stato si siano ridotte all’osso. Tra due settimane la Grecia potrebbe non essere più quella che i suoi cittadini hanno conosciuto fino ad oggi. Addirittura, scrive il giornale di Atene, potrebbe "non esistere tra due settimane", per questo motivo:
"la maggior parte dei contribuenti ha deciso di ritardare i versamenti delle tasse, considerate le posizioni dei due principali partiti in cima alla lista dei sondaggi elettorali, che sono diametricamente opposti. Syriza, il partito del leader Tsipras, ha promesso infatti di cancellare l’ENFIA (tassa sulla proprietà) e anche di svalutare i crediti inesigibili, mentre Nuova Democrazia riconosce le difficoltà dei cittadini ma non solleva questioni che potrebbero generare problemi e avere conseguenze fiscali".
Insomma, la situazione potrebbe diventare ancora più difficile, a questo punto, meglio tenersi i soldi per cercare di sopravvivere. Questo sembra essere il ragionamento di parecchi cittadini.
Nel frattempo, un sondaggio condotto dall’istituto Rass, prospetta la vittoria di Syriza. Il partito di sinistra radicale sarebbe attualmente in vantaggio di tre punti percentuali sulla Nuova Democrazia di Antonis Samaras. I timore dell’intera Europa potrebbero presto avverarsi.
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