Governo: in autunno un piano per tagliare spese e tasse. Ecco in cosa consiste

Vittoria Patanè

28 Giugno 2013 - 17:12

Governo: in autunno un piano per tagliare spese e tasse. Ecco in cosa consiste

Undici miliardi. Tenete bene a mente questa cifra perché sarà su di essa che il Governo baserà le mosse da mettere in atto nei prossimi mesi.

Entro ottobre, periodo in cui si dovrà approvare la nuova Legge di Stabilità, questi undici miliardi dovranno essere stati trovati ed integrati all’interno del bilancio pubblico, in caso contrario saranno problemi seri.

Per cercare di racimolare questa cifra Letta e i suoi hanno già in mente quello che è stato chiamato “piano d’autunno”, un progetto contenente varie misure volte a dar maggior respiro alle casse dello Stato.

Sono essenzialmente due le basi di questo progetto: l’attuazione di una nuova spending review dopo quella approvata dal Governo Monti ed una parallela riduzione delle tasse.

Ma per l’attuazione di entrambe le disposizioni c’è una conditio sine qua non: un aumento del gettito che il Governo spera si verifiche grazie al pagamento dei debiti della PA e all’ecobonus sulle ristrutturazioni.

Undici miliardi

Quattro miliardi sono andati via a causa della sospensione dell’IMU, altri quattro con il rinvio dell’aumento dell’aliquota IVA dal 21% al 22%, un miliardo per la Tares, 2 per evitare il rincaro sui ticket sanitari. Ecco di cosa si compongono questi undici miliardi.

Ed è per evitare di applicare queste misure che il Governo sta pensando ad una strategia che porti nuove entrate su altri fronti.

I quattro punti del piano d’autunno

Essenzialmente, il piano d’autunno si compone di quattro punti:

1) Applicare una seconda spending review, senza tagli lineari, ma con costi standard per tutte le spese della Pubblica Amministrazione;

2) Creare una nuova tassa che inglobi al suo interno IMU, Tares, imposta di registro e addizionale Irpef. Un unico tributo per tutto insomma, che si ripercuota sulle fasce più alte della popolazione, dando maggior respiro a quelle più basse.

3) Meno agevolazioni fiscali per cittadini e imprese, da accumulare attraverso tagli agli incentivi sulle spese minori. A questo si aggiunga una ristrutturazione dell’aliquota IVA del 4%, trasportando qualche bene meno essenziale all’aliquota del 21%.

4) Recuperare il Piano Giavazzi progettato dal Governo Monti per capire come distribuire i contributi che lo Stato elargisce alle imprese, in modo da far rimanere solo quelli ben spesi.

Eccolo quindi il nuovo piano d’autunno, presentato oggi sul quotidiano La Stampa, che dovrebbe ristrutturare la spesa pubblica è abbassare l’imposizione fiscale sui cittadini, o almeno su quelli meno abbienti.

Per quanto riguarda l’aumento dei ticket sanitari, la questione rimane scottante. La lotta tra il Ministro della Salute Lorenzin e quello dell’Economia Saccomanni, si gioca proprio su questo punto. Il secondo vorrebbe imporre una sorta di spending sanitaria agli enti locali, la Lorenzin invece, ritiene indispensabile evitarlo. Lo scontro sarà duro.

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