Global compact for migration: Governo dice no alla firma

Elisabetta Scuncio Carnevale

28/11/2018

Il Governo Conte non parteciperà al summit dell’Onu e, per il momento, non sottoscriverà il Global compact for migration, l’accordo globale sull’immigrazione

Global compact for migration: Governo dice no alla firma

Il Governo italiano non parteciperà al summit Onu previsto a Marrakesh, Marocco, il 10 e l’11 dicembre prossimi e non firmerà il Global compact for migration. Almeno per il momento.

Lo rende noto il vicepremier Matteo Salvini, evidenziando la necessità di sottoporre il documento al Parlamento italiano, prima di qualunque adesione.

Secondo il ministro dell’Interno, è alle Camere che spetta l’ultima parola sul documento internazionale che si propone di garantire un’immigrazione sicura. Una decisione questa confermata -poco dopo- anche dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

Global compact for migration, per l’opposizione il Governo fa un passo indietro

Il passo indietro del Governo italiano sul Global compact for migration, il patto globale sull’immigrazione, lanciato dall’Onu il 19 settembre 2016 a New York, nel corso di un summit straordinario sul tema dei migranti e rifugiati, è la miccia per innescare una nuova polemica.

A parlare di ‘comportamento vergognoso’ del presidente del Consiglio, che in sede internazionale aveva espresso orientamento favorevole assicurando la firma dell’accordo, è stato il candidato alla segreteria del Partito democratico Maurizio Martina.

“Ha preso impegni internazionali che ora si rimangia, il Governo si è spaccato nella sostanza e ha cercato di scaricare sul Parlamento le sue divisioni, mentre l’Italia anche così diventa sempre più lo zimbello globale”,

commenta l’ex segretario del Pd.

Ma Conte, su un documento “che pone temi e questioni diffusamente sentiti anche dai cittadini”, più che di cambio di opinione, preferisce dar ragione al suo vice e parlare di ‘parlamentarizzazione del dibattito’.

“Il Global Compact è assolutamente compatibile con la nostra strategia, ho condiviso il piano con i miei partner Ue, non ho cambiato idea rispetto alla valutazione espressa all’Assemblea Onu, ma essendo un documento che ha valore politico abbiamo convenuto che forse è giusto creare un passaggio parlamentare, in cui far condividere da parte di tutti ciò che stiamo facendo”.

Il Governo dunque non esclude l’adesione, ma si riserva di farlo solo dopo che, a seguito di approfondita discussione, il Parlamento si sarà pronunciato.

Dello stesso parere il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi che resta convinto che l’orientamento del Parlamento rappresenti un punto di “riferimento essenziale”.

Poi il ministro ricorda che l’obiettivo dell’Italia è arrivare a una

“condivisione di oneri nella gestione dei fenomeni migratori e a una cooperazione rafforzata con i Paesi di origine e di transito.”

Nel documento sono recepiti principi di responsabilità condivisa, l’obbligo per gli Stati di origine di riammettere i propri cittadini e attività di contrasto al traffico di esseri umani.

“Sono una serie di elementi che noi cerchiamo di portare avanti, anche nell’ambito del confronto in sede di Unione europea”,

dice ancora Moavero Milanesi. Ma dall’opposizione attaccano.

“Il vero presidente del Consiglio è Salvini e ha smentito il ministro degli Esteri e il premier sull’adesione dell’Italia al Global compact for migration”,

incalza il capogruppo alla Camera dem, Graziano Delrio che rincara la dose:

“Salvini cambia la linea del governo e si rimette al Parlamento. È un cambio di posizione sostanziale che fa ulteriormente perdere credibilità all’Italia, dopo la brutta figura sulla manovra”.

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