Giappone come Grecia? L’illusione del governo di Tokyo

Erika Di Dio

16 Gennaio 2013 - 11:38

Giappone come Grecia? L’illusione del governo di Tokyo

Con un debito pubblico sul Pil del 236% e un deficit statale del 10%, è facile accostare il Giappone alla Grecia, che proprio nel 2010, appena prima di cadere nella crisi più totale, "vantava" i seguenti numeri: rapporto debito Pil del 143% e deficit del 10%. Eppure in Giappone non si parla mica di crisi. Nonostante questo accostamento alla Grecia, il Giappone gode infatti di quattro vantaggi principali:

  • ha un sistema fiscale ben funzionante;
  • ha un sistema industriale ancora capace di esportare;
  • prende a prestito essenzialmente nella sua valuta;
  • è conosciuto per essere un grande risparmiatore, quindi la maggior parte del debito è detenuto internamente.

Proprio in questi giorni inoltre, il premier Shinzo Abe ha annunciato un nuovo piano di espansione della spesa pubblica con un primo intervento pari a 85 miliardi di euro. Vediamo come il paese riesce quindi a difendersi e ad allontanare l’austerity tanto cara invece alle nostre economie.

Possibilità di stampare moneta

Questo è il primo motivo che separa l’economia giapponese da quella europea: il Giappone infatti gode della possibilità di stampare moneta e quindi di svolgere il ruolo di prestatore di ultima istanza da parte della Bank of Japan, possibilità questa non contemplata dalla BCE (pur avendo attuato ultimamente altre misure di intervento, quali lo scudo anti-spread e il fondo ESM, anche detto Fondo salva-Stati, nato per garantire la stabilità finanziaria dell’area euro).

Debito pubblico detenuto da investitori interni

Questo porta a due ulteriori vantaggi:

  • il Giappone non potrà mai tecnicamente essere attaccato dalla speculazione di investitori stranieri;
  • sono gli stessi cittadini giapponesi a finanziare la spesa pubblica con i propri risparmi investiti.

Ma come ricorda il Sole24 ore, questo vantaggio incorpora in sé anche due svantaggi, ossia:

  • la minor liquidità di cui il Giappone può godere;
  • e la demografia, in quanto la maggior parte della ricchezza dei risparmiatori giapponesi è detenuta dai cosiddetti baby boomers, ossia i cittadini nati tra gli anni ’40 e ’60, pertanto molto vicini alla pensione, momento in cui, secondo le parole dell’economista italiano Luigi Zingales, "smetteranno di risparmiare e inizieranno a spendere" e continua, "La generazione successiva è molto meno numerosa e quindi il risparmio complessivo comincerà a scendere. La coorte che entra ora nel mercato del lavoro è molto meno numerosa di quella che sta per andare in pensione. Quindi ci sarà non solo un calo del risparmio, ma anche un calo tendenziale del Pil".

Zingales conclude quindi che in realtà si tratta di un’illusione in quanto "Il mercato giapponese è anestetizzato dalla Banca Centrale. Ma questa anestesia non è salutare, perché ritarda il momento dell’aggiustamento. Più tardi il Giappone si sveglierà, più tragico sarà il risveglio".

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