Giappone: Iva aumenta all’8%. Nel secondo trimestre sarà recessione

Nicola D’Antuono

1 Aprile 2014 - 11:12

In Giappone scatta oggi l’aumento dell’Iva all’8%. Nel trimestre aprile-giugno Tokyo è atteso da una pesante recessione (stima sul pil a -3,5% su base annua)

Giappone: Iva aumenta all’8%. Nel secondo trimestre sarà recessione

A partire da oggi in Giappone entra in vigore l’atteso aumento dell’Iva, che passa all’8% dal 5%. E’ la prima misura penalizzante per l’economia nipponica da quando è al governo Shinzo Abe. Il suo programma shock di politiche fiscali e monetarie, soprannominato Abenomics, ha finora avuto effetti positivi sull’economia del paese del Sol Levante: il pil è tornato a crescere con buoni ritmi, l’export è ripartito forte grazie alla caduta dello yen, la disoccupazione si mantiene su livelli più che accettabili per gli standard del paese e la lotta alla deflazione comincia a dare i suoi frutti.

Oggi l’inflazione è all’1,3%, ma secondo le aspettative della Bank of Japan il target del 2% sarà centrato presto. Tuttavia ora c’è da fare i conti con l’aumento dell’imposta sui consumi. Per un cittadino europeo avere l’Iva all’8% sarebbe un sogno, ma in Giappone è quasi un ventennio che la gente convive con prezzi in diminuzione e senza doversi preoccupare dell’aumento di imposte indirette. Non sarà semplice per i giapponesi abituarsi a questo shock fiscale, visto che l’Iva crescerà comunque del 60% e che tra qualche mese sarà aumentata ancora al 10%.

I consumatori nipponici hanno di recente preso d’assalto i negozi, facendo incetta soprattutto di beni durevoli. Inoltre, per proteggersi dall’inflazione e dalla perdita del potere d’acquisto, hanno iniziato a comprare enormi quantità d’oro, forse per scongiurare un drastico ridimensionamento del valore del proprio patrimonio in caso di fallimento dell’Abenomics. C’è da dire che il premier Abe non aveva alcuna intenzione di aumentare l’Iva ma i funzionari del ministero delle Finanze nipponico hanno fatto pressione per spingere verso un incremento delle entrate fiscali, a causa dei malumori della comunità internazionale per l’eccessivo indebitamento pubblico raggiunto dal paese.

Tuttavia il paese del Sol Levante ora finirà in recessione. Nel secondo trimestre dell’anno il pil dovrebbe contarsi del 3,5% su base annua, a causa di un più che probabile crollo dei consumi (che rappresentano il 60% del pil giapponese). La speranza dei policy makers nipponici è che avvenga subito un rimbalzo del pil nel terzo trimestre, in modo tale da evitare una pericolosa perdita di fiducia di consumatori e imprese. I precedenti storici, però, non sono affatto rassicuranti per il Giappone. L’ultima volta che fu alzata l’Iva - dal 3% al 5% nel 1997 - dopo qualche trimestre in affanno Tokyo finì in una pesante recessione che provocò il crack di diverse banche e compagnie assicurative nipponiche, anche a causa dello scoppio della crisi valutaria del Far East asiatico.

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