Germania: scoppia la polemica contro i tassi a zero della BCE. Scopriamo perché

Nicola D’Antuono

11 Giugno 2014 - 06:28

I tassi a zero non piacciono a tutti. In Germania è già scoppiata la polemica: le misure ultra-espansive della BCE sottraggono risparmi preziosi ai pensionati tedeschi

Germania: scoppia la polemica contro i tassi a zero della BCE. Scopriamo perché

La decisione della BCE di annunciare un mix di misure monetarie ultra-espansive, che dovrebbero essere in grado di far lievitare l’asticella dell’inflazione gradualmente verso il target del 2% nel medio termine, è piaciuta senza dubbio ai mercati finanziari dove è avvenuta un’accelerazione degli acquisti di titoli di stato e azioni della periferia europea. A beneficiare delle recenti mosse di Mario Draghi è stato anche l’indice azionario tedesco Dax30, che ha superato per la prima volta nella sua storia quota 10mila punti. Tuttavia in Germania si è scatenata un’accesa polemica contro la politica dei tassi a zero della BCE, in quanto i risparmi dei pensionati tedeschi sarebbero sempre più a rischio.

Il Frankfurter Allgemeine Zeitung, autorevole quotidiano teutonico, ha rincarato la dose accusando la politica monetaria eccessivamente accomodante dell’Eurotower che ha spinto i tassi quasi a zero finendo per provocare un drastico ridimensionamento degli interessi percepiti dai pensionati tedeschi ultra-sessantenni sui principali prodotti di risparmio (assicurazioni, conti deposito e così via). E’ stato calcolato che la politica monetaria dei tassi a zero di Draghi sia in grado di sottrarre ogni anno ai risparmiatori tedeschi qualcosa come 15 miliardi di euro sotto forma di minori interessi riconosciuti da banche e compagnie assicurative, equivalenti a quasi mezzo punto di pil.

Jens Weidmann, numero uno della Bundesbank, ha sostenuto le recenti misure introdotte dalla BCE ma ha comunque ricordato che la politica monetaria ha già praticamente fatto tutto ciò che poteva, per cui ora spetta ai governi darsi una mossa e rilanciare l’economia. Insomma, la Buba – considerando l’aumento della pressione da parte dell’opinione pubblica e della stampa tedesca – non dovrebbe più acconsentire a ulteriori misure di stimolo monetario, né tanto meno a un possibile piano di quantitative easing che andrebbe a favorire pericolose bolle finanziarie (probabilmente già in atto sui bond e l’azionario).

Negli ultimi giorni hanno fatto notizia le dichiarazioni rilasciate da Clemens Fuest, presidente dell’istituto economico tedesco ZEW. Fuest teme lo scoppio di bolle sugli asset finanziari, ma ha sottolineato anche che la politica monetaria ultra-espansiva della BCE sta favorendo l’incremento dei prezzi nel settore immobiliare. Fuest ha dichiarato di avere un “brutto presentimento”, riferendosi all’eccessivo aumento dei prezzi immobiliare e dei bond a fronte di rischi via via più elevati. Fuest si aspetta che la BCE introdurrà altre misure di stimolo monetario nei prossimi mesi e suggerisce di acquistare i bond privati anziché i titoli di stato, visto che quest’ultima opzione potrebbe avvantaggiare solo alcuni paesi membri dell’area euro.

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