L’Ungheria vuole chiudere l’università di George Soros. I motivi di questa scelta e il punto della situazione.
George Soros ha un nuovo nemico: l’Ungheria. Dopo essersi costruito senza troppa fatica una fama di speculatore mai pentito, Soros potrà da oggi aggiungere al curriculum anche le accuse di concorrenza sleale ai danni delle università ungheresi.
Il primo ministro d’Ungheria, Viktor Orban, che ha sempre considerato George Soros come un vero e proprio nemico ideologico, si è dimostrato pronto a tutto pur di scagliarsi contro l’università del discusso miliardario che, anni fa, ha messo in ginocchio alcune delle economie più importanti del Vecchio Continente tra cui l’Italia.
Il governo ungherese si è detto pronto a chiudere l’università di George Soros in quanto questa è in grado, ad oggi, di rilasciare sia una laurea valida in Ungheria sia una valida all’estero. Una vera concorrenza sleale ai danni degli altri atenei del Paese in grado invece di rilasciare un diploma di laurea valido solo entro i confini nazionali. A 25 anni dagli attacchi speculativi che hanno messo in ginocchio il Regno Unito e l’Italia, George Soros continua ad attirare su di sé le ire dell’Europa.
George Soros: la concorrenza sleale che mette a rischio l’università
La Central European University di Budapest, fondata da Soros nel 1991, è in grado di contare 1.500 studenti provenienti da più di 300 Paesi. Tutto perfetto se non fosse però per la concorrenza sleale giocata dall’Ateneo nei confronti delle altre università dell’Ungheria.
La CEU di George Soros, come accennato, rilascia lauree valide sia in patria che all’estero, cosa invece impossibile per gli altri atenei del Paese che si trovano così in una posizione di forte svantaggio rispetto all’università fondata da chi ha miliardi e miliardi di dollari in tasca. Le accuse del primo ministro d’Ungheria Orban hanno portato a prevedere la chiusura dell’università oggetto della discordia. Perché l’Ateneo dovrebbe avere una posizione di superiorità rispetto alle università gestite da nomi meno altisonanti di George Soros e con disponibilità economiche più ridotte?
“Non è giusto per le altre università ungheresi. C’è competizione tra queste e non capisco perché dovremmo mettere le nostre università in una posizione di svantaggio rispetto a quelle estere”,
ha affermato il primo ministro del Paese in merito alla disputa con Soros. In questo senso è stata presentata al parlamento una legge volta ad introdurre una normativa più omogenea per tutte le università dell’Ungheria.
“Qui non fa alcuna differenza essere miliardario o no. Anche questa università deve rispettare la legge. L’Ungheria è un paese che supporta l’apprendimento ma non sopporta chi imbroglia”,
ha aggiunto Orban.
George Soros: l’insofferenza dell’Europa intera
Non è solo l’Ungheria a mostrare insofferenza nei confronti del miliardario George Soros. Da più parti d’Europa si levano voci contro il magnate che si finge benefattore ma benefattore non è, dicono. Se per Orban la sua fondazione Open Society è solo una copertura per pagare attivisti politici, per il presidente Zema il piano di George Soros è quello di organizzare una rivoluzione colorata nella sua Repubblica Ceca. Per non parlare poi delle accuse relative alla crisi migratoria europea, che più volte lo hanno contrapposto ideologicamente al già citato Orban.
Critiche a parte, il messaggio dell’Ungheria per George Soros è chiaro: il sistema non si piegherà ai suoi soldi e la sua università dovrà fare i conti con una concorrenza più leale, altrimenti verrà chiusa.
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