Gas: Putin blocca le forniture all’Ucraina. Alto rischio per tutta l’Europa. Il colosso russo mostra i muscoli

Vittoria Patanè

15 Gennaio 2015 - 11:06

La Russia blocca il Gas che passa attraverso l’Ucraina. Sei Paesi sono già a secco e l’intera Europa è in allarme. Ecco le motivazioni della decisione di Putin e i piani di Mosca per il prossimo futuro

Gas: Putin blocca le forniture all’Ucraina. Alto rischio per tutta l’Europa. Il colosso russo mostra i muscoli

L’Intera Europa è in allarme. Il rischio è grosso è imminente. A breve l’intero continente potrebbe infatti rimanere senza gas. La Russia ha deciso di mostrare i muscoli, consapevole della dipendenza energetica che molti Stati hanno nei suoi confronti.

Vladimir Putin ha deciso dunque di tagliare a sorpresa le forniture di gas naturale diretto verso l’Ucraina o che utilizzano il territorio governato da Kiev. L’ordine nei confronti di Gazprom è partito ieri sera. La motivazione? Secondo il Presidente dell’ex URSS gli ucraini starebbero rubando il gas.

Una scelta pericolosa e preoccupate che si traduce nel taglio del 60% delle esportazioni verso l’Europa. 6 i Paesi europei che invece ad oggi sono rimasti totalmente "a secco di gas": Bulgaria, Grecia, Romania, Croazia, Macedonia e Turchia.

Ricordiamo infatti che allo stato attutale dei fatti, circa il 40% delle esportazioni di gas che partono dalla Russia e arrivano in Europa e in Turchia passa attraverso l’Ucraina.

Secondo quanto dichiarato da Alexey Miller, amministratore delegato di Gazprom, il piano adesso sarebbe quello di cambiare rotta e trasferire le forniture di gas dall’Ucraina alla Turchia, attraverso una rete che passerebbe sotto il Mar Nero.

Ricordiamo che l’azienda controllata dal Cremlino rappresenta il 1°fornitore di gas naturale al mondo con i suoi 63 miliardi di metri cubi.

Il primo a suscitare perplessità sul progetto di Mosca è stato Maros Sefcovic, vice direttore generale dell’Unione energetica della Commissione europea, che si è detto "molto sorpreso" dalle affermazioni di Miller. Secondo lui infatti, la creazione di una rotta turca non potrebbe rifornire rifornire di energia l’Europa.

Secca la risposta della Russia, che attraverso il ministro per l’Energia ha commentato:

Ma Mosca è ferma. "La decisione è stata presa. Stiamo cercando di diversificare e di eliminare il rischio di paesi inaffidabili che hanno provocato problemi negli ultimi anni, inclusi i consumatori europei".

Miller ha infine ribadito che:

"Abbiamo informato i nostri partner europei, e ora dipende da loro se vogliono contribuire al piano, costruendo infrastrutture iniziando dal confine tra la Turchia e la Grecia. Non ci sono altre opzioni" .

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