G20 in Cina: economia a rischio, pesa la minaccia del protezionismo dilagante

Flavia Provenzani

05/09/2016

Il presidente cinese Xi avverte: economia minacciata da protezionismo e eccessiva leva finanziaria. Servono riforme monetarie, fiscali e strutturali.

G20 in Cina: economia a rischio, pesa la minaccia del protezionismo dilagante

L’economia mondiale è minacciata da un protezionismo dilagante e dai rischi derivanti da un’elevata leva finanziaria sui mercati. È questo il messaggio di avvertimento del presidente cinese Xi Jinping all’apertura del G20.

Il suo allarme, lanciato domenica, segue i colloqui bilaterali con Barack Obama che il presidente americano ha descritto come "estremamente produttivi", ma durante i quali non si è riusciti a trovare un punto di incontro sugli argomenti più spinosi come le tensioni nel Mar Cinese Meridionale.

Gli esperti si aspettano che i leader del G20 difendano il libero scambio e la globalizzazione contro l’isolazionismo durante il summit del G20 che storicamente si colloca nel post referendum Brexit e le elezioni presidenziali degli Stati Uniti nel mese di novembre.

L’economia globale è "in un momento cruciale", ha detto il presidente Xi, causata dalla debolezza della domanda, dalla volatilità dei mercati finanziari e dalla debolezza degli scambi commerciali e degli investimenti.

"I fattori di crescita dal precedente round del progresso tecnologico stanno gradualmente scomparendo, mentre un nuovo ciclo di rivoluzione tecnologica e industriale deve ancora guadagnare slancio",

ha detto.

I paesi del G20 hanno in programma di concordare in un comunicato al termine del vertice quali misure di politica - tra cui le riforme monetarie, fiscali e strutturali - dovrebbero essere utilizzate per raggiungere una crescita economica solida e sostenibile, come racconta vice capo di governo giapponese Koichi Hagiuda.

"Vi è l’impegno di utilizzare tutti e tre gli strumenti di politica tra cui politiche monetarie e fiscali e le riforme strutturali per raggiungere una crescita solida, sostenibile, equilibrata e inclusiva",

ha detto Hagiuda ai giornalisti a margine del vertice.

Xi ha inoltre invitato i paesi del G20 ad associare le loro parole alle azioni.

"Dobbiamo trasformare il G20 in una squadra d’azione, invece di un negozio di parole",

ha detto.

Ma alcuni dei leader del G20 sono già pronti allo scontro su questioni che vanno dal commercio, gli investimenti per la politica fiscale e l’eccesso di capacità industriale.

Domenica, Xi ha incontrato il primo ministro australiano Malcolm Turnbull, sottolineando la speranza che l’Australia avrebbe continuato ad offrire un ambiente politico equo, trasparente e prevedibile per gli investitori stranieri.

La Cina si è scontrata con il paese quando l’Australia ha bloccato la vendita di AU$ 10 miliardi della più grande rete energetica del paese agli offerenti cinesi il mese scorso.

Intanto, il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker ha dichiarato che la Cina deve istituire un meccanismo per affrontare il suo problema di sovrapproduzione industriale, definendo "inaccettabile" che l’industria siderurgica europea abbia perso tanti posti di lavoro negli ultimi anni.

"L’eccesso di produzione è un problema mondiale, ma c’è un particolare elemento cinese",

ha detto in una conferenza stampa.

Anche il futuro della Gran Bretagna dopo la sua uscita dall’Unione Europea è stato anche oggetto di discussione.
Obama ha rassicurato il premier inglese May che il suo più vicino alleato politico, commerciale e militare sarà al suo fianco.

Ma Obama rimane fermo sulla sua posizione per cui la Brexit è stata un errore e che Londra non sarà in grado di trovare presto un accordo commerciale bilaterale.
Juncker ha ribadito che se la Gran Bretagna vuole l’accesso al mercato comune dell’Unione Europea è necessario rispettare le regole del mercato comune.

Fonte: Reuters

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