Forze dell’Ordine, le cifre del rinnovo di contratto: 113 euro in più sullo stipendio

Antonio Cosenza

28/04/2021

05/05/2021 - 14:23

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Rinnovo del contratto per i lavoratori del pubblico impiego: per Forze Armate, di Polizia e Vigili del Fuoco è in arrivo un aumento - medio e lordo - da 113,00€.

Forze dell’Ordine, le cifre del rinnovo di contratto: 113 euro in più sullo stipendio

Al via le trattative per il rinnovo del contratto del pubblico impiego, per il quale il personale delle Forze dell’ordine avrà la precedenza.

La speranza è di arrivare ad un accordo entro la fine di giugno 2021, ed è per questo che il Ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, ha invitato il Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, ad avviare la trattativa per il rinnovo contrattuale del comparto sicurezza “entro la fine del mese”.

Già in passato vi abbiamo spiegato il motivo per cui il personale delle Forze Armate e di Polizia, nonché dei Vigili del Fuoco, avrà la precedenza sugli altri comparti nel processo che porterà al rinnovo del contratto del pubblico impiego; qui, invece, vogliamo concentrarci sulle cifre del rinnovo, nonché su quello che sarà l’aumento di stipendio riconosciuto al personale in divisa.

Ancora una volta questi si sono rivelati molto importanti nella gestione delle emergenze: in prima linea contro il Covid, chiedono - e sperano - che con il rinnovo del contratto arrivi quella valorizzazione economica richiesta da anni.

Rinnovo del contratto, Forze Armate, Polizia e VV.F: le cifre

Secondo le stime, per i circa 500 mila operatori del comparto sicurezza è in arrivo un aumento di stipendio di 113,00€ (medi e lordi). Si tratta, nel dettaglio, di un aumento del 3,78% della parte tabellare dello stipendio, ma solamente dal 2021 (ricordiamo che il rinnovo riguarda anche gli anni 2019 e 2020, nei quali però l’aumento di stipendio sarà più basso).

Ovviamente, le cifre valgono a seconda del comparto. A tal proposito, Il Messaggero ha svelato quale sarà l’aumento di stipendio - medio e lordo - per i vari corpi interessati dal rinnovo:

  • Polizia Penitenziaria e Polizia di Stato (personale non dirigente): aumento mensile lordo di 115,00€;
  • Arma dei Carabinieri (personale non dirigente, cappellani esclusi): aumento mensile lordo di 121,00€;
  • Guardia di Finanza (personale non dirigente): aumento mensile lordo di 122,00€;
  • Forze Armate (Esercito, Aeronautica e Marina, personale non dirigente): aumento mensile lordo di 115,00€;
  • Vigili del Fuoco: per il personale non dirigente atteso aumento da 103,00€ mensili lordi. Si sale a 135,00€ per il personale direttivo e a 307,00€ per i dirigenti.

Cifre superiori a quelle del precedente rinnovo del contratto, ma che potrebbero non essere sufficienti per arrivare ad un accordo in tempi brevi. Sono diversi, infatti, i punti di contrasto tra sindacati e amministrazione, con le parti sociali che ritengono che il rinnovo del contratto sia un’occasione da non perdere per affrontare alcuni dei temi tanto trascurati negli ultimi anni.

Rinnovo del contratto per le Forze dell’Ordine: gli ostacoli

In particolare, i sindacati stanno facendo pressione affinché venga riconosciuta la specificità del lavoro in divisa, così come previsto dall’articolo 19 della legge 183/2010, dove appunto si parla di “specificità del servizio svolto svincolandolo così dalle procedure contrattuali, funzionali, giuridiche ed ordinamentali del resto del pubblico impiego”. Una specificità mai concretamente riconosciuta dai precedenti rinnovi, tant’è che le parti sociali non sono disposte ad attendere oltre.

Lo stesso vale per la parte normativa del contratto. Per arrivare in tempi brevi ad un accordo, infatti, con il rinnovo del contratto 2016-2018 si decise di intervenire solamente sulla parte economica, rimandando ad un secondo momento l’ammodernamento di quella normativa. Un discorso che tuttavia non è stato affrontato, tant’è che questa parte del contratto è ormai ferma dal 2002. Serve intervenire sul “diritto alla genitorialità, alle pari opportunità e alle relazioni sindacali, come pure serve permettere l’accesso alle forme di previdenza complementare e di welfare d’amministrazione”.

Oggi chi si arruola alle Forze Armate è penalizzato, in quanto avrà la pensione calcolata interamente con il sistema contributivo e non ha modo di accedere alle forme di previdenza complementare per aumentare l’importo della pensione futura.

Gli ostacoli da superare non mancano: bisognerà anche capire se e come valorizzare economicamente il lavoro svolto durante la pandemia da coloro che sono stati impiegati in prima linea. Ogni comparto ha poi i propri aspetti chiave da affrontare: ad esempio, la Polizia Penitenziaria chiede che si intervenga sul salario accessorio, visto il gap che c’è rispetto agli altri comparti (in particolare il trattamento risulta dimezzato rispetto alla Polizia di Stato).

Non sarà semplice, quindi, arrivare ad un accordo entro giugno; ecco perché la concertazione dovrà partire il prima possibile.

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