Forex: rublo tenta un difficile recupero. Intanto Putin guarda allo yuan cinese

Nicola D’Antuono

11 Novembre 2014 - 11:30

La banca centrale russa ha sospeso la vendita di riserve valutarie per frenare la caduta del rublo. La valuta di Mosca continua ad aggiornare record negativi su euro e dollaro

Forex: rublo tenta un difficile recupero. Intanto Putin guarda allo yuan cinese

Dopo aver toccato un nuovo record negativo sia sul dollaro che sull’euro nella seduta di venerdì scorso, il rublo russo sta tentando una difficile risalita. Il tasso di cambio USDRUB viene da due sedute di trading caratterizzate da una chiusura in rosso, che hanno spinto i prezzi dal massimo storico di 48,60 a un minimo di 44,92. Stamattina, però, il cambio è tornato a quotare in area 46,70, mettendo in mostra ancora una volta la debolezza cronica della divisa di Mosca.

La scorsa ottava la chairman della banca centrale russa, Elvira Nabiullina, ha annunciato che l’istituto ha abbandonato la banda di oscillazione del cambio del rublo contro il paniere euro-dollari, in modo tale da permettere alla valuta di fluttuare liberamente in base alla legge della domanda e dell’offerta di mercato. La banca centrale vigilerà sull’andamento del rublo, ma interverrà solo se ci saranno nuove significative discese in grado di minacciare la stabilità finanziaria del paese.

Il dietrofront dell’istituto monetario russo nell’attività di supporto al rublo è giustificato dall’enorme spesa di riserve valutarie effettuata negli ultimi mesi, senza ottenere alcun risultato. Da maggio scorso la banca centrale di Mosca ha utilizzato decine e decine di miliardi di dollari di riserve, ma non è mai riuscita a frenare il crollo della valuta (nemmeno alzando i tassi di interesse al 9,5%). La governatrice dell’istituto ricorda, però, che ai valori correnti il rublo è nettamente sottovalutato.

La banca centrale di Mosca ha comunque alzato le stime sull’ammontare dei deflussi di capitali attesi per l’anno in corso da 100 a 128 miliardi di dollari. L’inflazione è stimata sopra l’8% e quindi pericolosamente al di sopra del target del 5%. Molto negative sono poi le prospettive di crescita economica: il pil della Russia dovrebbe salire dello 0,3% quest’anno e mostrare variazioni nulle nel biennio 2015-2016 con il concreto rischio di finire in recessione tecnica. La banca centrale stima un ritorno alla crescita solo nel 2017, con il pil atteso a +1,7%.

Intanto le tensioni geopolitiche con l’Occidente per la crisi in Ucraina, le sanzioni economiche e la caduta del rublo stanno spingendo il premier Vladimir Putin a studiare una mossa per sganciarsi definitivamente dal dollaro e limitare sempre più la dipendenza dai capitali occidentali. Putin guarda con attenzione a est, in particolare allo yuan cinese. Il premier è intervenuto durante un incontro tenutosi a Pechino, sottolineando che la Cina intende “utilizzare più attivamente lo yuan nei rapporti con la Russia”.

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