Forex: lira turca può diventare rischiosa dopo l’elezione a presidente di Erdogan

Nicola D’Antuono

03/09/2014

Dopo l’elezione di Erdogan a presidente della Turchia, gli investitori sono tornati ad essere prudenti sulla lira turca. Probabile un deprezzamento nelle prossime settimane

Forex: lira turca può diventare rischiosa dopo l’elezione a presidente di Erdogan

Nonostante scandali e proteste, in Turchia l’ex premier Recep Tayyip Erdogan è stato eletto recentemente a presidente della Repubblica. Islamista e conservatore, Erdogan ha dichiarato di voler riformare il sistema politico e potrebbe ben presto tirare nuovamente in ballo la questione dell’autonomia della banca centrale turca, che negli ultimi tempi ha lasciato invariato i tassi di interesse all’8,25% favorendo il recupero della lira sui mercati valutari dopo la forte svalutazione avvenuta nel corso del 2013. Gli esperti consigliano prudenza sulla valuta di Ankara, ricordando che la lira turca resta vulnerabile alle battute d’arresto nella propensione generale al rischio sui mercati finanziari globali. Negli ultimi giorni la valuta si è deprezzata sia contro euro che contro dollaro, facendo così tornare i fantasmi dello scorso anno.

Il tasso di cambio USD/TRY è in costante recupero dai minimi annuali, toccati in area 2,06 a metà maggio scorso. Attualmente la quotazione si aggira intorno a 2,17, ma la sensazione è che ben presto i prezzi riusciranno a sfondare le resistenze di breve periodo per spingersi verso 2,25 – 2,30 entro fine anno. Appare in decisa ripresa anche il cross EUR/TRY, che quota a 2,85 non lontano dai minimi annuali toccati a fine luglio scorso a 2,8050. Secondo Anders Svendsen, chief analyst di Nordea, questo cross è destinato a salire a 3 nel giro di tre mesi.

La maggior parte degli analisti valutari, però, ritiene che nel breve periodo la lira turca ha buone chance di mostrare un andamento lateral-ribassista, comunque in linea con il suo fair value. Resta comunque vulnerabile a shock esogeni sui mercati finanziari e al potenziale peggioramento delle condizioni di liquidità a livello globale, nonostante gli sforzi effettuati per ridurre il deficit delle partie correnti dall’8,1% al 6,6% del pil. Kevin Hebner di Jp Morgan Chase Bank ritiene che la lira resta una valuta emergente rischiosa, a causa del possibile taglio dei tassi nei prossimi mesi, alla crescita dell’inflazione intorno al 9% e all’incremento dei tassi sui T-bill americani. Morgan Stanley ricorda che la Turchia è uno dei 5 paesi emergenti più fragili, a causa dell’eccessiva dipendenza dagli investimenti esteri, insieme al Brasile, all’Indonesia, all’India e al Sudafrica.

Accesso completo a tutti gli articoli di Money.it

A partire da
€ 9.90 al mese

Abbonati ora

Iscriviti a Money.it