Questa settimana segna un avvio più che positivo sul mercato Forex dove l’avversione al rischio sembra ormai scomparsa e le "risky currencies" registrano tutte guadagni contro il Dollaro Americano. Ma più di tutti è l’Euro che viaggia al rialzo raggiungendo i massimi di 11 mesi, mentre lo Yen continua sempre più debole.
Euro: i massimi di 11 mesi
La moneta unica raggiunge un nuovo massimo di undici mesi contro la valuta statunitense, con un guadagno dello 0.2%, Euro/Dollaro sfiora la soglia 1.34; sull’onda positiva lanciata dalla BCE e dalla decisione di lasciare invariati i tassi di interesse, l’Euro è in salita anche contro la sterlina e guadagna lo 0.4% contro lo Yen.
La riduzione del rischio, legato alla condizione del debito sovrano nell’Eurozona, così come sottolineato dalla BCE, ha contribuito ad innalzare le aspettative degli investitori.
Yen: Abe e la Bank of Japan
Inoltre, durante il week-end, Shinizo Abe, Premier nipponico, ha spiegato alla stampa che il governo giapponese cercherà di nominare un nuovo governatore per la banca centrale, la Bank of Japan, che sia più propenso ad una politica monetaria più forte ed incisiva. Con il mercato giapponese chiuso per le festività, il dollaro è salito dello 0.3% contro lo Yen.
Franco Svizzero al ribasso
Anche il franco svizzero ha registrato ulteriori perdite contro il dollaro e contro l’Euro, visto che in questo momento c’è scarso interesse nei confronti delle valute rifugio: +0.3% per l’Euro e p+0.2% per il dollaro contro il CHF.
Sterlina: in attesa di Mark Carney
La Sterlina inglese ha avuto una scarsa performance sul rally positivo che ha caratterizzato gli ultimi giorni di mercato, perdendo lo 0.1% contro il Dollaro USA. A gravare sulla Sterlina, certamente i dati poco incoraggianti dall’economia e i segnali circa la possibilità che il nuovo governatore della BoE, Mark Carney adotti un approccio di politica monetaria più aggressivo nei confronti della valuta.
Forex: la debolezza del dollaro
La generale debolezza che invece sembra caratterizzare il Dollaro si deve anche al market mover di oggi dagli Stati Uniti, l’atteso intervento di Ben Bernanke all’Università del Michigan dal quale gli investitori sperano di poter evincere alcun segno o alcun indizio in merito all’immediato futuro della politica monetaria della Federal Reserve e che risponda alla domanda: come sarà il 2013 della Fed?
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