Le dimissioni dei ministri del Pdl hanno di fatto aperto una nuova crisi politica in Italia, che negli ultimi mesi aveva sperimentato un governo di larghe intese capitanato da Enrico Letta. Il paese, ancora in recessione e interessato da una disoccupazione record, continua ad evidenziare una certa incapacità nell’attuare riforme strutturali credibili in grado di rilanciare la crescita e l’occupazione. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, potrebbe ora sciogliere le Camere e valutare la formazione di un nuovo esecutivo. Il rischio maggiore è che si torni a votare nelle prossime settimane, accentuando così l’instabilità politica in una fase storica già molto delicata per il paese.
Per l’Italia si aprono ora le porte di nuovi downgrade delle agenzie di rating, in particolare Standard & Poor’s e Moody’s, che potrebbero abbassare il giudizio sul merito di credito del Belpaese a "spazzatura" (junk). La situazione è molto delicata e già stamattina si potrebbe assistere a un boom dello spread Btp-Bund (già sopra 260 sul finire della scorsa ottava) e al crollo della borsa di Milano. Intanto, sui mercati valutari c’è stato il primo assaggio con forti vendite sulla moneta unica europea, che ha aperto in gap down nei confronti delle major currencies.
Sul forex il tasso di cambio euro-dollaro è in bilico poco sotto i top di periodo posti in area 1,3570. Sui mercati asiatici il cambio ha aperto sotto 1,35, ma per ora non è stato interessato da ulteriori approfondimenti ribassisti. Diversa è invece la situazione sul cross euro-yen, che ha aperto con un gap down di circa 100 pip. I prezzi hanno toccato il minimo più basso delle ultime due settimane in area 131,70. Pesante calo anche sul cambio euro-franco svizzero, che ha sfiorato 1,22 ai minimi da circa 4 mesi e mezzo. Giù anche il cross euro-sterlina, sui minimi da inizio anno a 0,8340.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
