Il deciso calo dell’indice ZEW tedesco e il rischio Grexit non sono stati in grado di affondare l’euro, che sta resistendo a denti stretti per non perdere i supporti di breve periodo
La giornata di ieri ha visto l’indice ZEW tedesco scendere per il terzo mese consecutivo, registrando il livello più basso degli ultimi 7 mesi, ma anche la borsa di Atene perdere quasi il 5% dopo le dichiarazioni del premier Alexis Tsipras, che vede lontano un accordo con i creditori. Il premier greco ha affermato che “il FMI ha responsabilità criminali”, rigettando così le richieste sul nuovo percorso da seguire per poter ripagare i propri debiti in futuro. Ora si parla apertamente di concreto rischio default per Atene, ma anche di Grexit.
L’uscita della Grecia dall’euro potrebbe avere conseguenze catastrofiche per l’Eurozona, creando un potenziale rischio contagio agli altri paesi europei più deboli e maggiormente indebitati. Tuttavia per ora né le vicissitudini della Grecia né il forte calo del sentiment tra gli investitori tedeschi sembra essere in grado di mettere al tappeto l’euro, che continua a resistere al di sopra di quota 1,12 sul dollaro. Le grandi banche d’affari e i principali forex broker si stanno comunque posizionando nuovamente al ribasso, consigliando anche ai propri clienti di fare altrettanto.
Il rischio che nei prossimi giorni possa avvenire un crollo delle quotazioni sembra concreto, anche se sarà necessario un breakout ribassista deciso dell’area di supporto chiave di 1,10. Gli analisti del mercato valutario credono che la moneta unica sia ancora lontana dal suo fair value e che ai valori correnti, o addirittura superiori, le misure monetarie ultra-espansive della BCE possano perdere gran parte della loro efficacia. Insomma ci sono tutti i presupposti affinchè la moneta unica possa perdere valore da qui ai prossimi mesi. Il target individuato dagli analisti si aggira tra 1,05 e la parità.
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