Fondi e co-finanziamenti UE: premiata l’innovazione delle aziende italiane, bocciato l’agroalimentare

Francesca Caiazzo

23/10/2017

Ben 14 progetti italiani selezionati nell’ambito del programma europeo Horizon 2020, solo 3 i programmi ammessi a finanziamento per promuovere l’agroalimentare

Fondi e co-finanziamenti UE: premiata l’innovazione delle aziende italiane, bocciato l’agroalimentare

L’agroalimentare ci sperava, l’innovazione l’ha spuntata. Rientrare tra le imprese che Bruxelles premia con finanziamenti per il sostegno alle più svariate tipologie di attività, è l’aspirazione di tante realtà imprenditoriali italiane, che spesso proprio a causa della mancanza di fondi non sperimentano o non riescono a promuovere al meglio i loro prodotti.

E’ andata malissimo per le aziende italiane dell’agroalimentare che ambivano ai fondi europei 2018/20 finalizzati alla promozione e all’informazione sul mercato interno e sui Paesi terzi approvati nell’ambito del regolamento Ue 1144/2014.

Un successo, invece, la partecipazione all’ultima call dei bandi Horizon 2020, nella sezione rivolta alle piccole e medie imprese. Ben 14 le aziende che sono risultate vincitrice e che potranno realizzare i progetti presentati a fronte di soli 3 programmi approvati nel comparto agroalimentare.

Horizon 2020, un successo per le imprese italiane

Bruxelles premia, dunque, le idee progettuali delle imprese italiane che riguardano la ricerca e l’innovazione. E lo fa attraverso il programma Horizon 2020, che si compone di vari strumenti.

Uno di questi è Sme Instrument, all’interno del quale sono appunto stati selezionati i 14 progetti italiani, che portano l’Italia a un totale di ben 424 progetti premiati nell’intero programma Horizon 2020 e di circa 118,2 milioni di euro ricevuti.

In questa prima fase, le imprese risultate vincitrici riceveranno in media 50 mila euro per concretizzare l’idea progettuale e renderla pronta per essere presentata sul mercato. Anche in questo caso, il programma prevede un’azione di sostegno, ben più sostanziosa, che può arrivare fino a 2,5 milioni di euro a fondo perduto.

L’Italia è il secondo Paese in Europa per numero di aziende selezionate nell’ambito di Sme Instrument.

Le imprese vincitrici, infine, si trovano ben distribuite a livello geografico da Nord a Sud e hanno presentato progetti per creare soluzioni innovative nel in diversi ambiti: dall’energia rinnovabile all’informatica in ambito sanitario, dall’edilizia sostenibile alla manutenzione remota di motori elettrici.

Flop delle aziende dell’agroalimentare

Non è andata bene, invece, per il comparto agroalimentare. Solo 3 dei 53 programmi presentati sono riusciti a garantirsi un co-finanziamento comunitario di circa 3 milioni in totale volto alla promozione sul mercato interno e sui Paesi terzi.
Si tratta di fondi sono concessi a tassi di co-finanziamento europei che variano fra il 70% e l’80% dell’investimento totale.

A fare incetta di fondi, sono stati Francia e Spagna che si sono aggiudicate il 50% dei contributi messi a disposizioni e che ammontano a circa 115 milioni.

I tre vincitori italiani sono il Distretto agroalimentare di qualità della Valtellina, il Consorzio di tutela del formaggio Piave Dop e Mortadella Bio che sono riusciti a ottenere rispettivamente un contributo di 871 mila euro (su un investimento da 1,24 milioni), 900 mila euro (su 1,37 milioni) e 1,2 milioni (su 1,5 milioni).

Deluso ma anche comprensibilmente alterato, il presidente di Federalimentare, Luigi Scordamaglia che giudica la scelta della Commissione Europea inaccettabile:

“Aver attribuito all’Italia un decimo dell’importo dato alla Francia e circa un ottavo alla Spagna fa capire quanto la esasperante burocrazia di Bruxelles venga utilizzata per dare vantaggi solo ai Paesi che mettono propri uomini nei posti più rilevanti delle istituzioni comunitarie e non a Paesi come l’Italia che scelgono invece spesso commissari irriconoscenti verso il proprio Paese e che sembrano vergognarsi persino di essere italiani”.

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