Dollaro forte e bassa inflazione fanno ancora credere che la Fed aumenterà i tassi di interesse quest’anno, ma meno di quanto previsto in precedenza e non prima di settembre.
Il sondaggio di aprile sulla Fed della CNBC, pubblicato con l’inizio della riunione di due giorni, mostra che l’84 per cento degli intervistati ritiene che 2015 vedrà il primo rialzo dei tassi da parte della Fed in nove anni.
Ma i 38 intervistati non pensano che la stretta sui tassi avverrà prima di ottobre, due mesi più tardi rispetto alla precedente previsione.
La previsione mediana sul mese in cui avverrà il primo rialzo dei tassi di interesse, una misura più stabile, è settembre sia per questo sondaggio che per quello precedente.
Nel frattempo, il tasso di fondi è previsto chiudere l’anno a solo lo 0,54 per cento, in calo dallo 0,63 per cento del sondaggio di marzo.
"Mentre la Fed vuole apparentemente spostarsi dallo zero sui tassi nella sua politica monetaria, continua a proteggersi dalle aspettative dicendosi “dati-dipendente””
scrive Kevin Giddis di Raymond James/Morgan Keegan in risposta al sondaggio.
"I dati attuali sono contro di loro."
Gli intervistati vedono un effetto più grande del dollaro forte di quanto non ritenessero in precedenza, con il biglietto verde che potrebbe erodere un terzo di punto percentuale della crescita degli Stati Uniti, contro la stima di 0.22 punti percentuale di marzo.
Inoltre, i partecipanti al sondaggio continuano a prevedere l’inflazione ad appena l’1 per cento quest’anno, un intero punto al di sotto del target della Fed al 2 per cento.
Il sondaggio di aprile della CNBC mostra anche che gli investitori hanno abbassato le loro previsioni su quanto la Fed alzerà i tassi.
I 38 partecipanti vedono il tasso sui fondi all’1,46 per cento alla fine del 2016, ben 40 punti base al di sotto della stima mediana dei 17 membri del Federal Open Market Committee (FOMC).
Nel lungo periodo, i membri del FOMC vedere il tasso sui Fed Funds al 3,75 per cento, mentre il sondaggio mostra che la Fed fermerà il ciclo di escursione al 2,85 per cento.
Questo divario si era ridotto dopo la riunione di marzo, quando la Fed ha portato le proprie previsioni più vicine alle aspettative del mercato. Ma ora il mercato le ha ridotte di nuovo, mantenendo il gap più piccolo ma comunque considerevole.
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