Domani arriveranno le decisioni della Fed sulla politica monetaria USA. Ecco cosa prevedono gli analisti, ma occhio a quel "considerable time"
Inizierà tra poche ore il meeting del Fomc che deciderà il futuro della politica monetaria americana.
Il braccio operativo della Federal Reserve, secondo gli analisti, proseguirà con il "settimo tapering, riducendo di altri 10 miliardi di dollari gli stimoli all’economia. Ma la vera svolta arriverà il mese prossimo quando, secondo l’opinione di molti, la Fed metterà la parola fine agli acquisti di Treasuries e di “mortgage-backed securities”, cioè delle obbligazioni coperte da garanzia ipotecaria.
Sarà in fatti in quel momento che inizierà il countdown per quel "considerable time" che passerà tra la cessazione degli stimoli e il rialzo dei tassi.
Gli esperti prevedono infatti un primo "up" tra giugno e luglio 2015, dopo 9 anni esatti dall’ultimo dunque (2006), anche se continua a destare preoccupazione l’affermazione, poi smentita, del Governatore della Banca Centrale Americana che nel suo primo meeting aveva parlato di "sei mesi".
Le previsioni di Bloomberg
Secondo Bloomberg il rialzo dei tassi avverrà molto lentamente, tra il 2015 e il 2017. Gli stessi funzionari dell’istituto stimavano i tassi al 2,5% nel 2016, ossia 125 punti base al di sotto della media di lungo periodo, pari al 3,75%. Al contempo, per lo stesso anno si prevede un inflazione poco sotto il 2%, tasso obiettivo della Fed, mentre la disoccupazione dovrebbe attestarsi tra il 5,1% e il 5,5%.
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Nel mese di agosto la disoccupazione è scesa negli Stati Uniti al 6,1%, un dato inferiore al 6,5% indicato dalla FED come soglia di riferimento al di sotto della quale sarebbe iniziata la svolta monetaria. Janet Yellen ha tuttavia placato le preoccupazioni degli investitori, ribadendo più volte che le decisioni della Banca Centrale saranno prese sulla base di altri indicatori e non solo sul tasso di disoccupazione.
Parlando in particolare del mercato del lavoro, secondo le ricerche effettuate dagli esperti, la riduzione della disoccupazione sembra dovuta in parte al fatto che molti disoccupati abbiano rinunciato a cercare un’occupazione. Inoltre da sette mesi a questa parte i disoccupati rappresentano il 31% del totale a fronte di una media del 19% nel quadriennio pre-crisi 2004-2007.
Saranno queste le cifre che permetteranno alla colomba Yellen di rimandare, o almeno di rallentare, il rialzo dei tassi, aiutata anche dalle stime sull’inflazione per il 2015 che prevedono prezzi al consumo intorno al 2%.
Tenendo conto del contesto economico dunque, il 57% degli analisti intervistati da Bloomberg prevede un livello medio dei tassi per l’anno prossimo all’1,13%, mentre il 34% parla di una risalita.
Infine "orecchie puntate" sul "considerable time". Nel caso le due parole fossero assenti dal comunicato di domani per indicare il rialzo dei tassi, secondo gli esperti, i rendimenti decennali dei Treasuries attualmente al 2,5-2,6%, potrebbero salire di 25-50 punti base entro la fine dell’anno.
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