Facebook spegne la prima candelina. Oggi infatti si festeggia il primo anno di quotazione in borsa per l’azienda di Mark Zuckerberg.
Tutti l’aspettavano, l’offerta IPO fu un vero e proprio evento, addirittura si pensava che riuscisse a superare il valore del colosso Google ed invece, in questi 365 giorni, il titolo non ha certo brillato.
Vediamo di saperne di più su questo primo anno a Wall Street.
365 giorni di borsa
Esattamente un anno fa, l ’azione venne offerta al pubblico al prezzo di 38 dollari, ma dopo il boom iniziale, il titolo ha cominciato a calare toccando un minimo di 18 dollari di valore nel mese di settembre.
Oggi la società sembra aver trovato la propria stabilità, ma bisogna sottolineare che le azioni hanno perso circa il 30% del loro valore iniziale.
Se il 18 maggio 2012 infatti, come abbiamo già detto, il titolo veniva venduto a 38 dollari, oggi ne bastano circa 26 per acquistarla.
I cambiamenti
La scelta di quotarsi in borsa ha modificato non poco il volto della società di Zuckerberg, influendo fortemente sulle scelte prese dai vertici. Ma sono in molti ad avere ancora dei dubbi sui possibili scenari futuri.
Come sottolinea il Wall Street Journal:
Una delle più grandi sfide della sua breve vita come società quotata in borsa è il modo in cui si occupa dei ricavi. Dopo otto anni in cui l’aumento degli utenti è stato l’obiettivo principale, Facebook ha spostato i ricavi in cima alla lista delle priorità e ha riorganizzato il suo funzionamento in modo che molte delle sue teste migliori pensano ora a come aumentare le vendite.
E se in passato i ricavi maggiori derivavano dalle pubblicità situate sulla colonna destra del socialnetwork, oggi le cose sembrano cambiate. La società sta cercando di diversificare il più possibile le fonti di guadagno, prestando particolare attenzione al mobile e alla pubblicità derivante dalle applicazioni scaricabili sugli smartphone.
L’attenzione verso il mobile
Focalizzarsi sui device mobili non è certo un’impresa facile per la società statunitense. I primi annunci pubblicitari visibili sull’applicazione Facebook per smartphone sono apparsi nel marzo 2012 e da quel momento in poi l’azienda ha cercato di incrementare il numero di risorse rivolte proprio alle vendite pubblicitarie e agli strumenti tecnologici che permettono di effettuarle.
Questa scelta pare essere stata vincente. Guardando i numeri infatti, la casa americano avrebbe incrementato i propri guadagni del 36%, portando i ricavi dell’ultimo trimestre a 1,46 miliardi di dollari. Insomma diversificando i modi di fare pubblicità e trovandone sempre di migliori, Facebook pare aver preso la decisione giusta.
I dubbi
Il Financial Times, in un articolo pubblicato pochi giorni fa, ha pero esplicitato i dubbi che gli investitori cominciano a nutrire sul social network.
Si teme infatti che, l’attuale generazione che è cresciuta con Facebook cominci a stancarsi del servizio, preferendo altri social come Twitter o le nuove app come Whatsapp e Viber.
Sempre secondo il giornale inglese:
Nessuno di questi servizi, come Twitter, Viber ecc., ricrea l’intera gamma delle caratteristiche di Facebook, ma questo sta diventando meno importante nel momento del rapido passaggio dai computer ai dispositivi mobili, dove è normale girare tra diverse app specializzate piuttosto che usare un unico sito per molte funzioni.
Nonostante queste incertezze bisogna comunque sottolineare che gli utenti del social network più famoso del mondo continuano a crescere. Leggendo i dati societari infatti scopriamo che nel marzo 2013 1,11 miliardi di persone hanno utilizzato Facebook, il che in termini di percentuale equivale ad una crescita del 20% rispetto al 2012. Altro dato importante: sempre secondo la stessa analisi una persona su 10 nel mondo utilizza il servizio almeno una volta al giorno. Insomma nonostante tutto, davvero un bel compleanno.
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