FMI mostra l’ipocrisia europea: alcuni stati possono non rispettare il pareggio di bilancio

Maurizio Contini

31 Gennaio 2017 - 13:49

Il Fondo Monetario Internazionale fa luce sulle politiche dell’Unione europea e mostra come non tutti abbiano gli stessi doveri. Vediamo insieme cosa sta succedendo.

FMI mostra l’ipocrisia europea: alcuni stati possono non rispettare il pareggio di bilancio

Il Fondo Monetario Europeo punta il dito contro contro l’eurozona e mette in chiaro come non tutti i paesi debbano rispettare il pareggio di bilancio. Nel frattempo all’Italia è stata richiesta una manovra di ulteriori 3,4 miliardi di euro, per non sforare il pareggio di bilancio.
Abbiamo infatti visto come il piano di Padoan per reperire i fondi potrebbe pesare non poco sulle famiglie.

Da quanto dichiara il FMI non a tutti però sono state fatte le stesse richieste, dal momento che sono molti i paesi dell’eurozona che non rispettano la richiesta. In un rapporto sulle politiche fiscali dei paesi dell’eurogruppo il Fondo mostra come i più grandi in realtà siano un po’ autorizzati a fare come meglio credono.

Le politiche di pareggio di bilancio vengono applicate solo ad alcuni stati, che devono rispettarle in modo da non avere ripercussioni e conseguenze future. Vediamo insieme cosa mette in luce il rapporto del Fondo Monetario Internazionale e per quali paesi non si applicano le regole.

Rapporto FMI svela l’ipocrisia europea: alcuni stati non rispettano il pareggio di bilancio

Mentre Pier Carlo Padoan sembra essere al lavoro per un piano di raggiungimento del pareggio di bilancio, che elimini l’extra deficit presente nella Legge di bilancio approvata da poco.
Non a tutti però sono richiesti gli stessi sacrifici e per alcuni stati dell’eurozona il pareggio non è un obbligo.

Un rapporto del Fondo Monetario Internazionale infatti afferma che per alcuni stati le politiche fiscali sono differenti che per gli altri. L’80% degli stati membri infatti non sembra obbligato a fra quadrare i conti, dal momento che gli stati più grandi hanno un trattamento preferenziale.

Questi stati infatti hanno diritti di voto più ampi, che ovviamente vanno a scapito dei paesi con una minore estensione e con meno rappresentanti. Difatti i paesi che fanno parte del Consiglio ecofin hanno la possibilità di guidare la situazione e di volgere le decisioni in campo economico a loro favore.

Di questo consiglio fa parte lo stesso Padoan, che riesce così gli altri stati ad essere indulgenti con i conti dell’Italia. Questa volta però non sembra essere sufficiente, dal momento che al nostro paese è stato comunque richiesta una manovra correttiva, che porti al pareggio di bilancio.
Secondo il FMI proprio questa indulgenza porterebbe gli stati membri a commettere degli errori.

Giudicando i peccati degli altri non si vedono infatti i propri e così si sta arrecando un danno a tutta l’eurozona.

Chi sono i componenti dell’Ecofin?

In base al report del FMI quindi i responsabili delle politiche poco oculate in materia economica sarebbero proprio gli stati che prendono parte al Consiglio Ecofin. Quest’organo si riunisce una volta al mese e in via informale una volta ogni 6 mesi.
Le sue principali funzioni sono le seguenti:

  • coordinare le politiche economiche;
  • sorvegliare la situazione economica;
  • monitorare le politiche di bilancio e le finanze pubbliche dei Paesi membri;
  • monitorare gli aspetti giuridici e pratici dell’euro;
  • monitorare i movimenti sui mercati finanziari;
  • regolare le relazioni economiche con paesi terzi.

Vediamo quindi come non siano mansioni di secondo piano e come le decisioni di questo gruppo possano influire sulle politiche economiche dell’Unione. Di questo gruppo fanno parte i rappresentanti economici degli stati dell’eurozona, ma gli stati più grandi hanno maggiore influsso nelle votazioni.
Difatti questi stati riescono ad avere maggiore forza nelle votazioni e di conseguenza ad ottenere delle condizioni vantaggiose.

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