FED alzerà lentamente i tassi. Rally del dollaro a rischio

Nicola D’Antuono

23 Giugno 2015 - 09:30

La FED dovrebbe aumentare i tassi negli USA a un ritmo più lento del previsto. Ciò dovrebbe frenare il rally del dollaro, vera super star nei mesi scorsi

FED alzerà lentamente i tassi. Rally del dollaro a rischio

Dall’ultima riunione della Federal Reserve è emersa la volontà del board di procedere con un aumento graduale dei tassi di interesse nei prossimi mesi, attuando così una stretta monetaria persino più lenta di quanto prospettata solo qualche tempo fa. Entro fine anno la FED dovrebbe alzare il costo del denaro un paio di volte: il primo rialzo è atteso già a settembre, il secondo a dicembre. Non tutti gli analisti finanziari sposano questa tesi.

Di certo l’istituto monetario di Washington ha intenzione di alzare i tassi fino al 3,75% nel lungo periodo, visto che l’economia a stelle e strisce continua a mostrare buoni progressi soprattutto nel mercato del lavoro (la disoccupazione è al 5,5%). Attualmente i tassi sui FED Funds negli USA sono compresi in un range tra lo 0% e lo 0,25%, ovvero sui minimi di sempre. La maggior parte dei membri del FOMC, il braccio operativo del Federal Reserve System, prevede un solo incremento del costo del denaro entro fine 2015.

Secondo Lisa Hornby, portfolio manager US Fixed Income di Schroders, il primo ritocco all’insù dei tassi di interesse negli Stati Uniti sarà deciso a settembre. Tuttavia le aspettative di un rialzo molto lento dei tassi negli USA potrebbe frenare la corsa del dollaro americano, super star sul forex nel corso del 2014 e nei primi mesi del 2015. Il biglietto verde già da qualche tempo sembra stia tirando il fiato, in particolare contro sterlina, euro e franco svizzero. Il cambio euro/dollaro è passato da 1,05 a 1,14 in poche settimane, nonostante la drammatica situazione finanziaria della Grecia.

Tuttavia la maggior parte degli analisti valutari ritiene che il cambio euro/dollaro possa continuare a scendere nel medio-lungo termine, raggiungendo quantomeno la parità tra fine 2015 e inizio 2016. Il greenback potrebbe, invece, rifiatare contro le valute emergenti (in particolare rublo russo, monete asiatiche, real brasiliano e peso messicano), la sterlina e altre divise di economie solide (ad esempio la corona norvegese). Ad ogni modo, se la FED dovesse attuare una stretta sui tassi eccessivamente “morbida”, il rally del dollaro potrebbe essere in pericolo anche contro valute più deboli (come euro e yen).

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