Mancano pochi giorni alla scadenza del termine per presentare la domanda di rateizzazione delle cartelle di pagamento a Equitalia.
Il termine per presentare i nuovi piani di rateizzazione per regolarizzare i propri debiti con il fisco scade giovedì 31 luglio. Rimangono quindi soltanto pochissimi giorni per chi ha perso il beneficio della prima rateizzazione, non essendo in regola con i pagamenti alla data del 22 Giugno scorso. In questa manciata di giorni che rimangono è ancora possibile richiedere un nuovo programma per il pagamento delle cartelle arretrate.
Ricordiamo che secondo quanto stabilito nel decreto Irpef, chi fosse interessato potrà richiedere fino ad un massimo di 72 rate, ovvero rateizzare in 6 anni le cartelle insolute, con rata minima di 100 euro, presentando la nuova domanda entro la fine del mese di Luglio. Equitalia in un comunicato fa sapere che il nuovo piano non è prorogabile e decadrà in caso di mancato pagamento di due rate anche non consecutive, anziché 8 rate come avviene generalmente (decreto legge n. 66/2014 convertito con modificazioni dalla legge n. 89 del 23 giugno 2014). La rateizzazione ha permesso, secondo Equitalia, di riscuotere dai grandi evasori, quelli cioè che hanno debiti nei confronti del fisco che superano i 500 milioni di euro. Secondo l’ansa però oltre il 70% delle rateizzazioni arriva da debiti inferiori ai 5000 euro. Comunque sia Equitalia, grazie a questo strumento ha potuto incassare parecchio. Ricordiamo che dall’inizio della sua attività si stima che abbia riscosso quasi 60 miliardi di euro con una media quindi di 8 miliardi di euro all’anno. Nei primi sei mesi del 2014 Equitalia ha recuperato 4 miliardi di euro circa tra tasse, tributi e sanzioni richiesti dai vari enti creditori.
Come si chiede la rateazione
Se il debito è fino a 50 mila euro, secondo la direttiva di Equitalia del Maggio 2013, la rateizzazione si richiede con una domanda semplice, senza dover cioè allegare alcuna documentazione che attesti la situazione di difficoltà economica.
È anche possibile chiedere un piano di rateizzazione a rate variabili crescenti, invece che a rata costante, in modo da pagare meno all’inizio in prospettiva di migliorate condizioni economiche future.
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