Elezioni Legislative in Venezuela: Maduro trionfa, ma è record di astensioni

Martino Grassi

7 Dicembre 2020 - 11:26

Si sono concluse le Elezioni Legislative in Venezuela segnando il trionfo del partito di Maduro, ma solo il 31% dei cittadini si è recato alle urne.

Elezioni Legislative in Venezuela: Maduro trionfa, ma è record di astensioni

Si sono concluse le elezioni dell’Assemblea Nazionale del 6 dicembre, del Venezuela, ossia il parlamento unicamerale del Paese che detiene il potere legislativo, segnando una vittoria schiacciante del partito dell’attuale presidente Nicolás Maduro.

Come per le precedenti elezioni del Paese, da quando è alla guida l’attuale presidente continua a farsi strada l’ipotesi di brogli e irregolarità, tanto che l’opposizione grida alla frode.

Elezioni Legislative in Venezuela: Maduro trionfa

Maduro vince le Elezioni Legislative in Venezuela conquistando il 67,6% delle preferenze, mentre il 18% degli elettori ha deciso di esprimersi in favore dell’Alleanza Democratica, la colazione di opposizione composta da diversi partiti tra cui: Copei, Cmc, Avanzada Progresista ed El Cambio.

Quello che è balzato subito agli occhi è la bassissima percentuale di partecipazione, solamente il 31% degli aventi diritto al voto si sono recati alle urne per esprimere la propria preferenza, ossia 5,2 milioni di cittadini, su 20 milioni aventi diritto.

Intanto il movimento dell’opposizione venezuelana, guidato da Juan Guaido, si prepara a programmare un referendum con il quale chiedere ai venezuelani se vogliono porre fine al governo di Maduro e tornare ai seggi per eleggere un nuovo presidente.

Elezioni Legislative in Venezuela: la situazione politica nel Paese

Nel 2018 le elezioni presidenziali, vinte dall’attuale presidente Nicolás Maduro in carica da più 7 anni, vennero aspramente contestate sia dagli osservatori internazionali che dall’opposizione, guidata da Juan Guaidó, che denunciarono brogli e irregolarità.

Il presidente Maduro venne dunque dichiarato illegittimo, e l’oppositore Guaidó si autoproclamò presidente ad interim del Paese. La sua nomina venne riconosciuta anche dagli Stati Uniti oltre che da quasi tutti gli Stati europei, ad esclusione dell’Italia e di Cipro. Dopo questo evento in Venezuela scoppiano moltissime proteste, represse in modo molto violento, e gli Stati Uniti imposero delle sanzioni.

L’assemblea Nazionale, l’unico organo che era in mano all’opposizione, torna dunque sotto il controllo di Maduro con la nuova vincita. Ancora tuttavia non è chiaro come verranno distribuiti i 277 seggi.

Quello che si temeva maggiormente erano ulteriori brogli e frodi, come accaduto in passato, poiché il sistema politico è completamente spaccato, e per questo motivo Guaidò, che ha perso il suo attuale posto, stava portando avanti da diversi mesi una campagna di boicottaggio delle nuove elezioni. A rendere maggiormente precaria la situazione è il fatto che il presidente dell’Assemblea Nazionale non potesse contare sull’appoggio dell’intera opposizione. Alcuni leader infatti sembravano intenzionati ad aprire un dialogo con Maduro piuttosto che far saltare l’appuntamento elettorale.

Alternativa Popolare Rivoluzionaria: il nuovo partito socialista

Al momento, in base a diversi studi, come quello di Datanálisis, il presidente Maduro non godeva di una buona reputazione tra i venezuelani, tuttavia è riuscito ugualmente a trionfare alle ultime elezioni.

Negli ultimi mesi anche i partiti che compongono la coalizione Grande Polo Patriottico stavano prendendo le distanze dal presidente, tra i principali dissidenti vi erano il Partito Comunista Venezuelano (PCV) e Patria Per Tutti (PPT).

Secondo i due partiti infatti, Maduro avrebbe attuato delle politiche economiche più orientate a destra, favorendo le classe imprenditoriale e militare, andando a penalizzare i lavoratori, sia sul fronte della tutela che dei salati. Proprio per questo motivo è nata l’Alternativa Popolare Rivoluzionaria (APR), un nuovo partito che sottolinea ulteriormente le spaccature interne, composto dal PCV e PPT oltre che da altri partiti. Il nuovo partito concorrerà separatamente, portando avanti le idee socialiste, senza la cattiva reputazione del presidente.

Di fronte a questa decisione, Maduro non è rimasto impassibile, e da subito sono partiti gli attacchi alla nuova coalizione, come riporta il New York Times. L’esponente dell’Alternativa Popolare Rivoluzionaria è stato accusato di omicidio e dunque la sua candidatura è stata sospesa, mentre altri 37 membri del partito sono stati arrestati, accusati di aver avviato una campagna contro il governo.

Le rassicurazioni di Maduro per evitare brogli

Quello che si temeva maggiormente era la possibilità di nuovi brogli e irregolarità che potevano verificarsi, date anche le divisioni all’interno del Parlamento, proprio per questo motivo sia l’opposizione che l’Unione europea hanno chiesto al governo di Maduro di rinviare le elezioni al 2021.

La richiesta non è stata accolta da Caracas, tuttavia il governo venezuelano si è reso disponibile ad accogliere dei delegati esteri per verificare l’effettiva regolarità delle elezioni. Nel mentre è stato messi a punto anche un nuovo sistema di voto elettronico approvato dal Consiglio nazionale elettorale (CNE) che sarà sottoposto a 16 ulteriori verifiche, 12 delle quali prima delle elezioni, alle quali potranno prendere parte anche osservatori esterni.

Tuttavia sia l’Unione europea, che gli Stati Uniti e l’Organizzazione degli Stati americani, hanno deciso di non inviare degli osservatori per monitorare il voto per mancanza di garanzie democratiche, dal momento che il risultato del voto appariva scontato.

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