Elezioni Giappone: il nucleare al centro del dibattito

Valentina Pennacchio

14 Dicembre 2012 - 21:22

Elezioni Giappone: il nucleare al centro del dibattito

Giappone: terza economia mondiale, ma in recessione. Sembra che le prossime elezioni, previste per il 16 dicembre, si giocheranno tra il Partito Democratico, che è quello che ha guidato il Paese negli ultimi tre anni, e il Partito Liberaldemocratico, il cui leader, Shinzo Abe, sembra favorito. Tuttavia, l’indecisione raggiunge il 41%. Lo scioglimento anticipato delle Camere da parte del Premier Noda Yoshihiko sembra dovuto a una sorta di fiscal cliff difficile da gestire. Dopo il disastro di Fukushima, le scelte energetiche saranno fondamentali nel futuro del Paese, soprattutto il ruolo del nucleare. I mercati attendono impazienti. Ma quali sono i temi al centro della campagna elettorale?

Rilancio dell’economia

L’economia del Giappone è in una fase di stagnazione, soprattutto dopo la tragedia di Fukushima dell’11 marzo 2011. Il PIL è in contrazione dello 0,9% nel terzo semestre e del 3,5% su base annua. La recessione internazionale non può che avere conseguenze in un Paese fortemente dipendente dall’export.

Energia

Dopo il disastro di Fukushima, il Giappone deve ripensare anche alla sua politica energetica e alla centralità del nucleare, considerato una sicurezza in un Paese assolutamente privo di altre fonti energetiche e materie prime. In questa ricerca potrebbe scontrarsi con la Cina, sempre più bisognosa di energia per sostenere la propria crescita economica.

Politica estera

Il Giappone deve fare i conti anche con i “vicini” dell’Asia. In primis la Cina, gigante in rapida ascesa con cui resta aperta la questione delle isole Senkaku-Diaoyu, per interessi fortemente economici che riguardano il controllo delle Zee (Zone economiche esclusive) circostanti. In secundis, la Corea del nord, irrequieta e instabile.

Se vincesse Shinzo Abe - Partito Liberaldemocratico?

Nella sua esperienza come Primo ministro (2006-2007) Shinzo Abe ha seguito la via della liberalizzazione. Oggi Abe propone una politica fiscale aggressiva e espansiva per combattere la recessione. Le sue probabili mosse per il Giappone:

  • quantitative easing, stampare moneta e abbassare i tassi di interesse per arrivare al 3% di inflazione;
  • programma di opere pubbliche;
  • politica estera anticinese;
  • rilanciare le esportazioni, favorendo il deprezzamento dello yen;
  • riforma dell’articolo 9 della Costituzione giapponese, ovvero la clausola pacifista che vieta al Giappone di esercitare l’autodifesa collettiva;
  • trasformare le Forze di autodifesa in Esercito nazionale;
  • evitare una politica energetica anti-nuclearista (sarebbe un danno all’economia perché causerebbe eccessiva dipendenza dall’estero);
  • cercare una maggiore collaborazione con gli USA.

Se vincesse Noda Yoshihiko - Partito Democratico?

Se continuasse la guida di Noda Yoshihiko, il Primo ministro uscente annuncia un programma politico più pragmatico e centrista.

  • contenere il debito e i problemi di budget del post Fukushima;
  • politica energetica “verde” e sostenibile, grazie alla chiusura delle centrali nucleari;
  • avvicinamento agli USA;
  • posizione soft nella politica estera (nuovi FTA – free trade agreement – con Corea del Sud e Cina) con la promozione del disarmo globale.

In questo scenario, il bipolarismo potrebbe essere messo in discussione dall’emergere di partiti alternativi minori, che non hanno posizioni coerenti e univoche sull’energia, la politica estera e i mezzi per rilanciare l’economia. Il futuro della politica del Giappone dipende quindi dalle probabili coalizioni che verranno a crearsi.

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