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USA: la Cina manipola la valuta?
mercoledì 28 novembre 2012, di
Gli Stati Uniti hanno deciso di non accusare ufficialmente la Cina di manipolare la sua valuta al fine di avvantaggiarsi nel commercio bilaterale con gli Stati Uniti e con le altre nazioni che commerciano utilizzando il dollaro USA.
Tuttavia, il Dipartimento del Tesoro Americano ha detto che la moneta cinese, lo yuan, rimane “considerevolmente sottovalutata” e ha esortato la Cina a fare ulteriori progressi, rispetto a quelli già sostenuti, per apprezzare la sua moneta rispetto al dollaro e alle altre valute internazionali.
Nella relazione semestrale, il Dipartimento del Tesoro Americano ha reso noto che Pechino non ha soddisfatto i criteri per essere definito un manipolatore di valuta, qualifica che avrebbe potuto scatenare sanzioni commerciali statunitensi.
Critici della Cina sostengono che il Paese mantiene lo yuan basso per garantire le sue esportazioni concorrenziali.
"Le autorità cinesi hanno sostanzialmente ridotto il livello di intervento ufficiale sui mercati valutari a partire dal terzo trimestre del 2011, e la Cina ha adottato una serie di misure per liberalizzare i controlli sui movimenti di capitale, come parte di un piano più ampio per dirigersi verso un regime di cambio più flessibile" ha affermato il Dipartimento del Tesoro Americano .
Allo stesso tempo, il Dipartimento ha preso atto che non c’era altro da fare e che “l’ulteriore apprezzamento” nei confronti del dollaro statunitense e delle principali valute era “necessario”.
Il problema rispetto al fatto che la Cina possa manipolare la sua moneta è un’importante questione politica e una costante fonte di tensione tra le due più grandi economie del mondo.
Lo sconfitto candidato presidenziale USA, Mitt Romney, aveva detto che avrebbe bollato la Cina come manipolatore di valuta fin dal suo primo giorno in carica.
Due volte l’anno, il il Dipartimento del Tesoro Americano fornisce al Congresso un rapporto sulla politica monetaria della Cina. I rapporti precedenti hanno ribadito che la Cina mantiene lo yuan sottovalutato, ma non al punto da poter essere considerata un "manipolatore".
Dal 2005, la Cina ha intrapreso una politica monetaria basata sulla fluttuazione controllata della moneta, ancorando lo yuan a un paniere di valute estere e sganciandolo dal dollaro statunitense.
Nel suo rapporto, il Dipartimento ha scritto anche che lo yuan si è apprezzato del 9,3% rispetto al dollaro dal giugno 2010, mentre il commercio della Cina e il surplus dei depositi correnti sono entrambi caduti dai loro picchi massimi.
Il Tesoro ha dichiarato, inoltre, che continuerà a seguire da vicino l’evoluzione dei tassi di cambio in tutti i paesi oggetto della relazione, con particolare attenzione al ritmo di apprezzamento dello yuan, e a insistere per cambiamenti politici che garantiscano una maggiore flessibilità del tasso di cambio, migliorando la trasparenza e livellando il campo di gioco per i lavoratori e le imprese americane. Tutto al fine di sorreggere una forte, sostenibile e bilanciata economia globale.
(fonte BBC News e il Rapporto semestrale del Tesoro al Congresso sull’economia internazionale e le politiche del tasso di cambio).