Donald Trump continua a salire nei sondaggi in qualità di candidato repubblicano alle Elezioni Presidenziali 2016. Tutto il peggio riassunto in 4 punti.
Donald Trump pensa in grande e racconta a viso aperto le sue opinioni nell’ultimo libro “America in difficoltà: come rendere di nuovo grande l’America”. Non mancano certo le polemiche e un velo di stupore (leggi: incredulità) nel leggere le visioni senza peli sulla lingua del magnate del mercato immobiliare statunitense-presentatore tv-aspirante candidato repubblicano alla Presidenza USA, gli stessi principi portati avanti durante la campagna elettorale in corso negli Stati Uniti per definire la rosa di candidati che potrà puntare alla Casa Bianca.
Fin dall’annuncio della sua candidatura, Donald Trump ha fatto parlare di sé: dalle accuse ai migranti negli Stati Uniti alle polemiche sulla Federal Reserve, al linguaggio ben lontano dal politically correct alle dichiarazioni sull’11 settembre.
Di seguito abbiamo raccolto le 4 idee peggiori in assoluto di Donald Trump che, pur mantenendo alto il clima di ironia e intrattenimento del pubblico durante i dibattiti politici che si stanno susseguendo, è meglio aver ben chiare nel guardare alle dinamiche delle Elezioni Presidenziali USA 2016.
Donald Trump e la previdenza sociale
Trump dichiara di non voler cambiare il sistema di previdenza sociale, limitandosi a suggerire di chiedere ai più ricchi di restituire volontariamente la pensione se non si ha il bisogno, pur ammettendo che quest’idea potrebbe non avere gran successo (già).
Nella previdenza sociale degli Stati Uniti sono coinvolte 58 milioni di persone, numero superiore di oltre 1.000 volte rispetto a quello del 1937. Il programma costa $808 miliardi di dollari all’anno, quasi 40.000 volte in più dei costi nel 1937 al netto dell’inflazione. La previdenza sociale e l’assistenza sanitaria hanno rappresentato quasi il 40% della spesa totale del Paese nel 2014. È impossibile risolvere il debito statunitense di 19 miliardi senza una revisione dei programmi in vigore.
Trump e la contraddizione sulle infrastrutture
Trump lamenta che le infrastrutture in America si stanno sgretolando, e che il Paese non sta facendo nulla a riguardo. Il candidato repubblicano suggerisce di spendere più soldi, anche se "a livello federale, sarà un investimento costoso, non c’è dubbio." Come imprenditore edile, dovrebbe pensare a come far uscire il governo dal settore delle infrastrutture e far entrare le società private.
Per come stanno le cose oggi negli Stati Uniti, i vari Trump del mondo potrebbero riparare e mantenere le infrastrutture, per poi essere pagati grazie al loro utilizzo. Secondo l’accordo che regola questi tipi di progetti, che richiede di fornire una paga più elevata per i progetti finanziati coni fondi federali, aumenta di molto i costi. La legge Davis-Bacon ha rialzato i salari dei lavoratori edili. Passare dai progetti federali ai progetti guidati dal settore privato potrebbe far risparmiare miliardi di dollari.
Trump e le strane idee sulla Cina
Trump scrive:
“Dobbiamo fermare certi paesi dallo svalutare le loro valute per ogni inezia”.
Nello specifico, Donald Trump accusa la Cina di manipolazione valutaria. Cinque anni fa, la Cina fissò il tasso di cambio dello yuan al dollaro ad un livello così basso da creare un vantaggio nelle importazioni negli Stati Uniti.
Ad oggi, lo yuan è sopravvalutato, non sottovalutato. Il surplus della bilancia commerciale cinese è sceso al 3% del PIL, insieme ad una discesa delle esportazioni - di certo non un segnale di una valuta sottovalutata.
La Cina sta mantenendo a livelli alti la sua moneta per sostenere il mercato azionario barcollante. Questo aiuta, piuttosto che ferire, Stati Uniti.
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Trump e il tasto dolente sull’immigrazione
Il caos generato dai flussi di migranti che stanno inondando l’Europa dimostra anche ai più scettici che anche gli Stati Uniti devono impegnarsi a migliorare la sicurezza delle frontiere.
Trump propone l’erezione di un muro lungo alcune sezioni del confine meridionale con il Messico, pagato grazie alle tasse dovute per i visti. Ma non è tanto questa la parte irragionevole.
È l’idea di far tornare nel proprio Paese di origine 11 milioni di lavoratori senza documenti, e poi invitarne solo alcuni a ritornare, che non ha alcun senso. Una delle soluzione potrebbe essere l’obbligo di multa a chi lavora, per poi valutare se concedere un visto di lavoro.
Con la sorpresa di molti, Trump è un possibile candidato alla presidenza. Il suo vantaggio nei sondaggi è un atto d’accusa del modo in cui governo ha operato fino ad ora e riflette l’avversione degli americani ai classici personaggi politici.
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