L’italia ha recepito la direttiva dell’UE che prevede una tassa sui condizionatori. 200 euro in meno nelle tasche degli italiani e maggiori controlli. Ecco cos’è e come funziona.
In arrivo la nuova tassa sui condizionatori. Poter affrontare il caldo torrido dell’estate 2015 per gli italiani sarà ancora più difficile. A rendere pubblica la notizia sono stati Adusbef e Federconsumatori che prevedono un aggravio sulle tasche degli italiani di circa 200 euro.
La tassa sui condizionatori rientra nelle linee guida di una direttiva europea in merito alle emissioni di anidride carbonica.
Tassa sui condizionatori: cosa prevede la direttiva
Sono due i punti cardine della direttiva dell’UE:
- i proprietari dei condizionatori si adoperino per entrare in possesso di un libretto d’impianto;
- ogni quattro anni vengano fatti dei controlli sugli impianti.
Il sito del ministero però - in merito a quest’ultimo punto - recita diversamente: a essere sotto controllo saranno solo gli impianti che superano i 12 Kw. Nascono così i primi dubbi interpretativi della direttiva.
L’Italia - che ha l’obbligo di recepire le norme stabilite dall’Unione Europea - si è messa in regola, e non tardano ad arrivare le critiche di Federconsumatori e Adusbef che, in una nota resa pubblica oggi, affermano:
L’Unione europea paragona i condizionatori agli impianti di riscaldamento. Sono arrivati a tassare anche l’aria.
Tassa sui condizionatori: quanto costa?
Federconsumatori e Adusbef hanno stimato una spesa che va da un minimo di 180 euro a un massimo di 220, e potrebbe salire ulteriormente - fino a 300 euro - se in casa si ha più di un condizionatore.
Secondo il calcolo delle due associazioni, non bisogna considerare solo l’ammontare della tassa diretta. Sulle tasche degli italiani potrebbero gravare anche i costi indiretti dei condizionatori presenti in esercizi commerciali, ristoranti, studi professionali e così via.
Multe salate per chi non paga la tassa sui condizionatori
Per chi non paga la nuova tassa sui condizionatori sono previste multe molto salate: le sanzioni vanno da 500 a 3 mila euro.
Alla luce di quanto è emerso, Federconsumatori e Adusbef affermano di essere:
Pronte, in sede europea e anche in ambito nazionale, a mettere in campo tutti gli strumenti per la cancellazione di tale obolo.
Adesso bisogna solo vedere come reagiranno gli italiani a un ulteriore aumento fiscale.
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