Delisting Parmalat: Consob fissa corrispettivo dell’obbligo di acquisto per Sofil

Francesca Caiazzo

18/01/2019

La società italiana acquistata dai francesi verso l’addio a Piazza Affari: il prezzo per azione è stato fissato a 2,85 euro.

Delisting Parmalat: Consob fissa corrispettivo dell’obbligo di acquisto per Sofil

Mentre Parmalat si appresta a dire addio a Piazza Affari, oggi la Consob ha fissato il prezzo per azione per adempiere l’obbligo di acquisto nella procedura che Sofil ha avviato per il delisting della società. Tale costo è stato fissato a 2,85 euro.

A inizio dicembre dello scorso anno, l’azionista francese aveva portato la sua quota di capitale dall’89,6% al 95,8%, e sta continuando a comprare azioni Parmalat con l’intento di uscire da Borsa Italiana.

Sofil aveva già annunciato che non avrebbe ripristinato il flottante ma di voler procedere all’acquisto obbligatorio della restante partecipazione (4%) non ancora in suo possesso.

L’opa fallita

Il delisting di Parmalat è atteso da anni. Se ne parlava già da tempo e tra il 2016 e il 2017 i francesi provarono a mettere a segno un primo tentativo, poi fallito. Il gruppo Lactalis, che acquisì il controllo della società italiana nel 2011, lanciò un’offerta pubblica d’acquisto, ma non riuscì a raggiungere il 90% del capitale, condizione necessaria per comprare il flottante rimasto sul mercato.

L’addio a Borsa Italiana era solo rimandato, mentre i francesi si concentrarono nel frattempo a valorizzare le attività di Parmalat a livello globale pur mantenendo – avevano assicurato d’oltralpe – il forte radicamento industriale nel territorio italiano.

Il delisting

Ora Sofil, la holding che fa capo al gruppo Lactalis e che custodisce la partecipazione in Parmalat, è tornata a lavorare per portarla fuori da Piazza Affari. A dicembre dello scorso anno, ha infatti proceduto all’acquisto di un pacchetto azionario del 6,175% riuscendo così a superare l’agognata soglia del 90%.

La partecipazione nel capitale dell’azienda italiana, oggi, è al di sopra del 95% e Sofil ha già annunciato che intende avvalersi della possibilità di procedere a uno squeeze-out, ovvero all’acquisto delle restanti azioni rimaste sul mercato non ancora in suo possesso, senza dunque ripristinare il flottante.

Mentre Sofil procede verso il delisting di Parmalat, nelle scorse ore la Consob ha fissato il corrispettivo per l’adempimento dell’obbligo di acquisto: il prezzo per azione è stato stabilito in 2,85 euro.

Fuori da Milano per la seconda volta

Non è la prima volta che Parmalat si prepara a dire addio a Piazza Affari. Si ricorderà, infatti, che la revoca delle quotazioni dell’azienda di Collecchio fu decisa anche dopo il terribile crac del 2003.

La società tornò in Borsa nel 2005 dopo il lavoro di risanamento che fu affidato a Enrico Bondi, che operò in qualità di commissario straordinario.

Nel 2011 arrivarono i francesi: Lactalis acquisì il controllo della società diventando azionista di maggioranza, senza mai nascondere la volontà di un futuro delisting.

Gli attriti con l’altro azionista, il fondo Amber, non avevano finora consentito di portare a termine l’operazione. Che ora sembra ormai concreta

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