Decesso del dipendente: cosa deve fare il datore di lavoro?

Guendalina Grossi

24 Aprile 2018 - 14:43

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Quali regole deve seguire il datore di lavoro nel caso in cui si verifichi il decesso del lavoratore? I chiarimenti della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro.

Decesso del dipendente: cosa deve fare il datore di lavoro?

Il decesso del lavoratore implica la risoluzione del rapporto di lavoro per causa di forza maggiore.

Nel caso in cui si verifichi questa ipotesi il datore di lavoro dovrà provvedere ad alcuni adempimenti: ad esempio dovrà comunicare al centro per l’impiego l’avvenuta risoluzione del rapporto di lavoro e versare a favore dei soggetti indicati dalla legge il trattamento di fine rapporto (TFR), l’indennità sostitutiva di preavviso e tutte le altre competenze.

Sono previste diverse modalità di tassazione a seconda che si tratti delle somme già corrisposte al lavoratore o di somme spettanti agli eredi.

Questo è quanto viene spiegato nella guida della Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro ma vediamo nel dettaglio cosa prevede la legge a riguardo.

Decesso del lavoratore: quali regole deve seguire il datore di lavoro?

Come abbiamo appena accennato, quando muore un dipendente si verifica la cessazione del rapporto di lavoro. Questo implica che il datore di lavoro dovrà versare a favore degli eredi il trattamento di fine rapporto, l’indennità sostitutiva di preavviso e tutte le altre competenze.

Prima di versare queste somme agli eredi il datore di lavoro dovrà chiedere
agli aventi diritto la seguente documentazione:

  • lo stato di famiglia;
  • l’atto di morte del defunto;
  • nel caso in cui i richiedenti siano il coniuge o i figli del defunto, l’atto notorio da cui risulti che tra il defunto e il coniuge non è mai stata pronunciata sentenza di divorzio o di separazione;
  • un atto notorio presentato da parenti o affini attestante il rapporto di parentale entro il terzo grado o di affinità entro il secondo nonché della vivenza a carico;

Nel caso in cui il de cuius non abbia disposto per testamento e occorra procedere secondo le norme della successione legittima, in questo caso c’è bisogno di un atto notorio in cui devono essere inserite le seguenti informazioni:

  • che non esiste testamento;
  • che non sussiste tra i superstiti del defunto alcuno dei soggetti indicati nell’art 2122 c.c.;
  • la generalità e il grado di parentela degli eredi legittimi.

Cosa prevede in particolare la legge?

Nell’ambito degli elementi retributivi maturati in costanza del rapporto di lavoro dal dipendente deceduto, la legge opera una distinzione tenendo separate le indennità di fine rapporto da ogni altro elemento maturato e non corrisposto.

Infatti il Codice Civile prevede che il TFR e un importo pari all’indennità sostitutiva del preavviso dovranno essere corrisposti dal datore di lavoro agli aventi diritto come ad esempio il coniuge, i figli o i parenti entro il terzo grado e affini entro il secondo grado.

Ogni altro emolumento diverso dal TFR e dall’indennità sostitutiva del preavviso maturato dal lavoratore defunto e non percepito dallo stesso, dovrà essere cumulato nell’asse ereditario ed essere conseguentemente corrisposto agli eredi (testamentari).

Tassazione

I redditi da lavoro dipendente maturati dal lavoratore deceduto sono assoggettati a tassazione applicando le seguenti regole generali:

  • tassazione ordinaria per gli emolumenti retributivi correnti. Su questi redditi il sostituto d’imposta opera una ritenuta d’acconto determinata con aliquota al 23%. L’imposta quantificata unitariamente sull’ammontare complessivo, sarà̀ attribuita a ciascun erede proporzionalmente alla quota di spettanza;
  • tassazione separata sugli emolumenti arretrati e l’indennità sostitutiva del preavviso. La tassazione è effettuata sull’intero importo e l’imposta sarà attribuita a ciascun erede proporzionalmente alla quota di spettanza.

Nel caso in cui si verifichi il decesso del lavoratore dipendente sono previste diverse modalità di tassazione a seconda che si tratti di somme già corrisposte al lavoratore o di somme spettanti agli eredi.

Per esempio nel caso di somme messe in pagamento prima del decesso con effettivo versamento della ritenuta d’acconto, anche se materialmente non riscosse dal lavoratore il datore di lavoro dovrà rilasciare una CU intestata al lavoratore deceduto dove vengono indicati:

  • gli importi effettivamente riscossi dal lavoratore;
  • gli importi sui quali il datore aveva operato e versato la ritenuta anche se non riscossi dal lavoratore;
  • le ritenute effettuate su tali importi e le detrazioni d’imposta spettanti fino alla data del decesso senza obbligo di effettuare il conguaglio.

In questo caso il calcolo delle imposte sarà effettuato in sede di dichiarazione dei redditi che dovrà essere presentata, da uno degli eredi, a nome del lavoratore deceduto.

Diverso invece il caso delle somme maturate e non ancora liquidate o in corso di maturazione tra cui la retribuzione, lo straordinario, le festività, la tredicesima mensilità, le ferie e i permessi.

In questo caso il datore di lavoro dovrà:

  • provvedere a tassare separatamente con la prima aliquota dello scaglione di reddito (23%);
  • certificare le somme corrisposte e le ritenute operate;
  • rilasciare, a ciascun erede, una Certificazione Unica in cui riportare i dati del datore e dell’erede in qualità di percettore, l’ammontare delle somme e dei valori corrisposti, le ritenute operate, le detrazioni effettuate.

Per ciò che concerne invece le competenze maturate in costanza di rapporto - come ad esempio i premi di produttività - queste dovranno essere tassate con aliquota del 10% a titolo di imposta sostitutiva.

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