Ddl Pillon: perché rischia di essere ritirato e quali sono i punti contestati

Isabella Policarpio

2 Aprile 2019 - 16:36

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Il Ddl Pillon su separazione e affido condiviso potrebbe essere ritirato, ma Salvini lo rivendica. Quali sono i punti contestati.

Ddl Pillon: perché rischia di essere ritirato e quali sono i punti contestati

Per Vincenzo Spadafora il Ddl Pillon non arriverà mai alla Camera per la discussione finale poiché è stato ritirato. Questo è quanto ha dichiarato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio secondo il quale il testo del disegno di legge su separazione e affido condiviso di Pillon sarebbe da riscrivere da zero.

Ma il Ministro dell’Interno Matteo Salvini è di diverso avviso, in quanto la riforma del diritto di famiglia fa parte del contratto di Governo e, quindi, ritiene che il Ddl Pillon non possa essere archiviato ma che sia un buon punto di partenza per mettere in atto il piano di riforme in ambito di affidamento, assegno di mantenimento, separazione e divorzio.

Tuttavia restano forti dubbi su alcuni punti del disegno di legge: in particolare sul principio della bigenitorialità perfetta e sulle restrizioni in ambito di assegno di mantenimento, che penalizzano soprattutto le madri.

Ddl Pillon ritirato, ma Salvini lo rivendica

Secondo alcune dichiarazioni di Vincenzo Spadafora (M5s), sottosegretario alla presidenza del Consiglio, il Ddl Pillon non arriverà mai in discussione alla Camera in quanto è da archiviare completamente.

La dichiarazione arriva dopo le molte contestazioni che ha provocato il disegno di legge di Simone Pillon (Lega) che riscrive le regole dell’affidamento dei figli e dell’assegno di mantenimento in seguito a separazione o divorzio dei genitori.

Nonostante la forte dichiarazione, il Vicepremier Matteo Salvini ha dichiarato che il Ddl Pillon non può essere archiviato in quanto è parte integrante del contratto di Governo giallo-verde. Secondo Salvini, è necessario riformare il diritto di famiglia ed il disegno di legge Pillon rappresenta un ottimo punto di partenza.

Ddl Pillon: quali sono i punti contestati e perché rischia l’archiviazione

Il Ddl Pillon in tema di separazione e affido condiviso divide le forze politiche e l’opinione pubblica da diverso tempo. Il disegno di legge introduce il principio di “bigenitorialità perfetta”, rivendicando il diritto dei figli, soprattutto minori, di godere di entrambi i genitori anche dopo il divorzio, senza però considerare i casi in cui uno dei genitori si è macchiato di violenza e maltrattamenti in famiglia. Inoltre, limita fortemente i casi in cui il giudice può condannare uno dei genitori ad elargire l’assegno di mantenimento all’altro.

Il testo elimina il c.d. “genitore collocatario” (che il più delle volte è la madre) in caso di separazione o divorzio, in virtù della bigenitorialità perfetta. Di conseguenza, ogni bambino dovrebbe avere un doppio domicilio, uno presso la casa del padre ed uno presso quella della madre, e ad ogni genitore spetterebbe il sostentamento dei figli in egual misura.

Tuttavia, Pillon non tiene conto del fatto che questa previsione danneggia soprattutto le donne, in quanto l’occupazione femminile in Italia raggiunge appena il 49% e ne deriva una forte disparità economica tra madri e padri.

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