Nuovo DPCM approvato domenica 18 ottobre, ecco il testo ufficiale: cambiano gli orari per ristoranti, bar e locali. Non chiudono parrucchieri e centri estetici, per le palestre si deciderà tra una settimana.
Aggiornamento 15/12/2020 - per informazioni sul prossimo DPCM: Nuovo DPCM Italia zona rossa a Natale e Capodanno: le misure in arrivo
DPCM 18 ottobre 2020: ecco il testo del nuovo provvedimento firmato dal Consiglio dei Ministri per contrastare la diffusione del COVID-19 sul territorio.
Un decreto che ha diviso la maggioranza; i tempi per l’approvazione del nuovo DPCM, infatti, si sono rivelati più lunghi del previsto in quanto non è stato facile trovare un accordo. Alla fine il Governo ha scelto di adottare una linea soft, decidendo ad esempio di preservare - almeno per un’altra settimana - palestre e piscine.
Il nuovo DPCM d’urgenza approvato domenica 18 ottobre, si va ad aggiungere a quanto previsto dal Decreto Ottobre, il quale ha introdotto restrizioni e obblighi che a quanto pare non sono stati sufficienti vista l’attuale situazione, con il numero dei contagi che ormai aumenta di oltre diecimila unità al giorno (+11.705 nella giornata di domenica).
Per questo motivo il Consiglio dei Ministri ha deciso di introdurre nuove restrizioni, come quelle che interessano da vicino i locali della movida. Sono questi, infatti, i luoghi più a rischio visto che sono soliti verificarsi assembramenti di giovani (che spesso non indossano neppure la mascherina). Ma non sono queste le uniche attività per le quali sono state introdotte restrizioni con il nuovo DPCM.
A tal proposito, ecco il testo del DPCM del 18 ottobre.
DPCM del 18 ottobre: ristoranti, bar e attività ricreative, ecco cosa cambia
Dopo un confronto con Regioni e CTS è stato deciso di modificare ancora gli orari di apertura e chiusura per i servizi di bar e ristorazione (comprese pasticcerie e gelaterie).
Nel dettaglio, a partire dalle ore 18:00 sarà autorizzato solamente il servizio al tavolo. La chiusura dell’attività dovrà però scattare a mezzanotte (un vero e proprio coprifuoco), con la riapertura che non potrà esserci prima delle 5:00 (viene colmato, quindi, il vuoto normativo del DPCM del 13 ottobre). Le consegne a domicilio, però, non avranno vincolo di orario; per l’asporto, invece, c’è tempo fino a mezzanotte.
Attenzione: al tavolo di un ristorante potranno sedere al massimo 6 persone; sarà compito del ristoratore, poi, dare indicazione del numero massimo di commensali ammessi nel locale in base alla propria capienza. Inoltre, ai sindaci viene data la possibilità di chiudere strade e piazze dove solitamente si creano assembramenti (sarà possibile transitare solo a chi deve raggiungere un esercizio commerciale o la propria abitazione).
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Vengono sospese le fiere e le sagre (solamente in ambito locale, con l’eccezione di quelle nazionali e internazionali); questi eventi non si potranno tenere fino a nuovo ordine.
Parrucchieri e centri estetici non devono chiudere
Salve attività come parrucchieri e centri estetici, per i quali non scatta la chiusura (come invece era stato anticipato da alcune indiscrezioni poi smentite da Palazzo Chigi). Restano aperte anche sale giochi e bingo, per le quali però viene predisposta la chiusura alle 21:00.
Attività sportive: cosa cambia con il DPCM del 18 ottobre
Restano aperte piscine e palestre, anche perché - come spiegato dal Ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, “il settore ha affrontato ingenti spese per adeguare i propri spazi ai protocolli di sicurezza, e nessuna evidenza scientifica denuncia focolai in relazione all’allenamento individuale nei luoghi controllati”. Insomma, nella maggior parte dei casi le palestre hanno dimostrato un grande senso di responsabilità e per questo motivo non ci sono elementi che portano - per il momento - in direzione di una loro chiusura.
Ma attenzione: il Presidente del Consiglio ha spiegato che una decisione definitiva verrà presa tra una settimana. Se tutte le palestre e le piscine non si adegueranno a quanto stabilito dai protocolli verrà predisposta la chiusura anche di queste attività.
Novità anche per lo sport: restano vietati quelli di contatto (qui la lista) ma con il nuovo DPCM non sono consentite neppure le competizioni di squadra dilettantistiche. Nel dettaglio: il testo del DPCM del 18 ottobre indica che sono consentiti solamente gli eventi e le competizioni riguardanti gli sport individuali e di squadra riconosciuti di interesse nazionale o regionale dal CONI, dal CIP (Comitato italiano paraolimpico) e dalle rispettive federazioni sportive nazionali.
Quali novità per la scuola?
Respinta la proposta delle Regioni riguardo al ritorno parziale della didattica a distanza alle scuole superiori: il Ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, si è opposta fermamente a questa possibilità, ribadendo che “la scuola resta in presenza perché è fondamentale per tutti, dai più piccoli all’ultimo anno del secondo grado”. Tuttavia, viene prevista una maggiore flessibilità di orario nelle scuole superiori, con ingressi scaglionati a partire dalle 09:00 e con la possibilità che le lezioni si possano tenere anche nel pomeriggio.
Anche le Università dovranno adottare una nuova organizzazione tenendo conto del quadro epidemiologico della Regione in cui si trovano. Ci sarà un mix tra didattica in presenza e a distanza.
Smart working nel settore pubblico e privato
E ancora: novità sia per il lavoro privato che per il pubblico. Nel comparto pubblico, infatti, il 75% di personale dovrà essere in smart working e tutte le riunioni dovranno tenersi in videoconferenza (eccetto che in casi straordinari). Nel privato, invece, si tratta di una sola raccomandazione, con il datore di lavoro che dovrà incentivare lo smart working qualora le mansioni lo consentano.
Perché un nuovo DPCM era necessario
“Il nuovo DPCM ci consente di contrastare questa nuova ondata di contagi. Dobbiamo evitare un nuovo lockdown generalizzato, non possiamo permettercelo.”
Con queste parole il Presidente del Consiglio ha spiegato la motivazione alla base del nuovo DPCM.
Ma davvero serviva introdurre nuove restrizioni? Secondo Walter Ricciardi (consigliere del Ministro della Salute per l’emergenza COVID-19 e ordinario di Igiene generale e applicata alla facoltà di Medicina della Cattolica di Roma) sì, anche perché in questi giorni le ASL stanno avendo molte difficoltà nel tracciare i contagi. Questa strategia è fallita e non è più sufficiente per contenere la diffusione del coronavirus.
Ad oggi circa dieci Regioni rischiano per la tenuta delle terapie intensive, in quanto ci sta avvicinando alla soglia di rischio indicata dal Ministero della Salute, ossia del 30% di posti dedicati ai malati da COVID-19 che risultano già occupati. E il bollettino di oggi conferma la pericolosità della situazione che stiamo vivendo: solamente nella giornata di domenica, infatti, sono 514 i ricoveri di pazienti con COVID-19, di cui 45 hanno necessitato della terapia intensiva.
Una situazione di rischio che comunque interessa tutte le Regioni, con la possibilità che a breve termine possa esserci una saturazione dei posti qualora il trend dei contagi non si modificherà. E solamente l’introduzione di nuove restrizioni potrà invertire questa tendenza, rallentando la diffusione del coronavirus.
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