Crisi: tempo di dire addio all’austerità? Pareri contrastanti

Erika Di Dio

23 Aprile 2013 - 12:19

Crisi: tempo di dire addio all’austerità? Pareri contrastanti

Le statistiche dell’ufficio Eurostat hanno rivelato ieri che la Francia ha registrato un disavanzo del 4,8% della produzione economica, superiore al suo obiettivo del 4.5%. Il deficit della Spagna è stato il più grande in Europa.

Con i tagli di bilancio incolpati per il secondo anno consecutivo di recessione,il commissario agli affari economici dell’UE Olli Rehn ha indicato durante il fine settimana che era necessaria una maggiore flessibilità sugli obiettivi di crisi economica. Il presidente della Commissione europea Jose Manuel Barroso, ieri ha detto che l’austerità ha ormai raggiunto i suoi limiti naturali di sostegno popolare.

"Mentre penso che questa politica sia sostanzialmente giusta, penso che abbia raggiunto i suoi limiti", ha detto in una conferenza. "Una politica per avere successo non solo deve essere adeguatamente progettata, deve avere un minimo di sostegno politico e sociale".

Fine dell’austerità?

Il cambiamento nelle politiche di austerità è sostenuto da un crescente quadro generale. Il deficit fiscale combinato delle 17 nazioni della zona euro è stato del 3,7% del prodotto interno lordo, rispetto al 4,2% del 2011 e il 6,5% del 2010.

In parte come conseguenza, la Spagna e la Francia dovrebbero avere più tempo per raggiungere gli obiettivi richiesti dall’UE del 3%.

"Abbiamo bisogno di combinare la correzione indispensabile nelle finanze pubbliche, i deficit enormi, l’enorme debito pubblico ... con misure adeguate per la crescita", ha detto Barroso in un discorso a Bruxelles poco prima che Eurostat pubblicasse i suoi dati.

I leader dell’UE cercano disperatamente la crescita economica, e la Commissione deciderà il 29 maggio se raccomandare ai ministri delle finanze dell’UE di dare a Parigi e Madrid tempo fino al 2015 per ridurre il loro divario fiscale al 3% del PIL, ad oggi in programma per il 2014.

Non è ancora chiaro quale grande cambio di politica i legislatori europei stiano progettando.

Pareri contrastanti

Rehn sta guardando sempre più agli sforzi fiscali dei paesi in termini strutturali, il che significa rimuovere gli effetti del ciclo economico e delle misure sul bilancio.

Ma la Germania e la Banca centrale europea vogliono vedere in ordine le finanze della zona euro, dopo un decennio di prestiti quando i livelli di debito e di deficit dei paesi sono aumentati drammaticamente.

Inoltre, il trattato del Fiscal Compact firmato da tutti i paesi dell’UE, tranne la Gran Bretagna e la Repubblica Ceca, a marzo 2012 impone ai governi di mantenere il bilancio in pareggio o in attivo, con un disavanzo strutturale non superiore allo 0,5% del Pil.

"Non vedo un grande cambiamento né credo che l’austerità sia stata fatta fuori", ha detto Jurgen Michels, economista di Citigroup. "La maggior parte dei paesi dovrà fare i conti con ulteriori e sostanziali misure fiscali, al fine di soddisfare i loro nuovi obiettivi".

Traduzione italiana a cura di Erika Di Dio. Fonte: Cnbc

Accesso completo a tutti gli articoli di Money.it

A partire da
€ 9.90 al mese

Abbonati ora

Iscriviti a Money.it