Crisi: in Europa la ripresa è solo un’illusione? L’editoriale del Financial Times

Federica Agostini

29 Luglio 2013 - 13:27

Crisi: in Europa la ripresa è solo un’illusione? L’editoriale del Financial Times

"L’Europa rischia una ripresa sbagliata", titola così l’editoriale del Financial Times, un pungente contrasto tra Regno Unito ed Eurozona che invita a non credere che il recente miglioramento economico in Europa possa essere interpretato come il segno dell’avvio della ripresa. La crisi è un’opportunità di cambiamento, scrive il giornale inglese, ma in Europa quello che doveva cambiare sembra essere rimasto immutato.

Eurozona e Regno Unito: il vecchio e lento continente

Negli ultimi anni, le esperienze di crescita nel Regno Unito e nell’Eurozona sono state caratterizzate da un comune senso di insoddisfazione. Il blocco della moneta unica è in contrazione continua dall’autunno del 2011. Il Regno Unito è cresciuto, ma la fase di recupero dal crash continua ad essere la più lenta del secolo.

Luce alla fine del tunnel?

Le statistiche della settimana appena conclusa sono state fonte di ottimismo, da entrambi i lati. Nell’Eurozona, i dati sull’attività economica hanno registrato la prima espansione degli ultimi 18 mesi. Nel Regno Unito la notizia è stata anche migliore. Nei tre mesi precedenti a giugno, l’economia britannica è cresciuta dello 0.6%, nel secondo aumento più importante dalla fine del 2011.

I cittadini in Europa si aspettano certamente che questo semaforo verde duri almeno fino alla fine dell’estate. Al vecchio continente, servono anche numeri più solidi sul lavoro, in crisi soprattutto nella fascia dei più giovani. Una ripresa sostenuta renderebbe più semplice anche il risanamento delle finanze pubbliche, ancora instabili.

L’economia squilibrata

Un’altra questione importante è relativa all’equilibrio di questo tentato ritorno alla crescita. Nel Regno Unito, le medie tornano ai livelli pre-crisi con un sistema bancario gonfiato e alimentato dal credito al consumo.

Tuttavia, il tema della nascita reale sembra ancora somigliare al passato. Vero, nei tre mesi fino a giugno, la produzione, le costruzioni ed i servizi sono tutti aumentati; ma il settore manifatturiero è ancora indietro. E non c’è traccia di equilibrio: la bilancia dei pagamenti degli ultimi due anni è rimasta piatta a circa 2 miliardi di sterline al mese, mentre le spese al dettaglio sono cresciute.

Nell’Eurozona, i paesi ricchi del Nord si trovano in condizioni migliori di quelli del Sud. Nel mese di luglio, l’attività economica è cresciuta in Germania al meglio degli ultimi 5 mesi. D’altra parte, le prospettive per i paesi colpiti dalla crisi continuano ad essere incerte. In Spagna, la disoccupazione è scesa nel secondo trimestre dell’anno, ma poiché la maggior parte dei posti creati prevede contratti a tempo determinato, possiamo intuire che si tratti di un aumento stagionale, piuttosto che un chiaro segno di crescita.

Non basta crescere

Quando la crisi scoppiò in Europa, i leader politici la interpretarono come una buona occasione per riequilibrare le loro economie e portarle verso un modello sostenibile. Sino ad oggi, i progressi sono stati scarsissimi. E dopo aver dato il benvenuto al primo pallido tentativo di ripresa, dovrebbero ricordare che l’importante non è crescere. L’importante è il modo in cui un’economia cresce.

Dal Financial Times, Europe risks the "wrong" kind of recovery"

Accesso completo a tutti gli articoli di Money.it

A partire da
€ 9.90 al mese

Abbonati ora

Iscriviti a Money.it