In molti, da tempo, si chiedono se la fine dell’Euro sia vicina, o meno. Sebbene difficilmente vedremo la conclusione dell’avventura Euro, questo 12 settembre 2012 sarà una data decisiva e significativa per la vita e la sopravvivenza della zona Euro.
Il prossimo mercoledì, infatti, sarà la data di diversi appuntamenti cruciali non soltanto per l’Eurozona, ma per tutta l’economia mondiale, visto l’appuntamento con la FOMC (la Commissione Federale per il Libero Mercato) della Federal Reserve che probabilmente annuncerà il terzo round di quantitative easing (QE3). Durante il discorso di Jackson Hole, infatti, il governatore Bernanke aveva lasciato aperta la possibilità di interventi futuri da parte della Fed e, visti i deludenti risultati dei non-farm payrolls, analisti e investitori prevedono la possibilità di un lancio proprio a partire dal prossimo mercoledì.
Il 12 settembre in Europa
Sul fronte Europeo, il 12 settembre sarà caratterizzato da:
- Elezioni nei Paesi Bassi, in cui i sondaggi continuano a mostrare un’opinione pubblica spaccata tra VVD (per Mark Rutte, ex Primo Ministro) e il partito laburista PvdA. Il duro testa a testa, infatti, suggerisce che la per la costituzione di una maggioranza di governo i leader dei partiti avranno non pochi problemi, viste le distanze di posizione tra i partiti favoriti dall’elettorato.
- Unione Bancaria: in questo "supermercoledì" José Manuel Barroso intenderà presentare il piano per l’unione bancaria da lui elaborato a quattro mani con Michel Barnier. Secondo questo ambizioso progetto, infatti, per superare la crisi finanziaria dell’Euro sarà necessario viaggiare nella direzione di maggiore unione e integrazione, con la creazione di un organo di supervisione, distinto dal Consiglio di Governo della BCE.
- ESM: la Corte Costituzionale Tedesca vaglierà la costituzionalità del fondo salva-stati che giocherà un ruolo fondamentale nel programma OMT recentemente lanciato dalla Banca Centrale Europea. Le alte cariche governative, così come la stessa Angela Merkel si sono detti fiduciosi riguardo all’approvazione del fondo. Tuttavia, stando alla forte opposizione mostrata dalla Germania, e in particolare dalla Bundesbank, vi sono diversi timori riguardo alla possibilità di un "No", in tal caso cosa accadrebbe?
Il fondo ESM, come si evince dal testo di Draghi, è imprescindibile all’effettività del piano anti spread della BCE. Se questo non potesse funzionare, la situazione tornerebbe al punto di partenza, ma proseguendo su di una rotta in discesa, dritta verso il collasso. Difatti, se il tanto atteso intervento della BCE dovesse rivelarsi vano, l’appena ritrovata fiducia andrebbe persa e i mercati si troverebbero nel panico. A quel punto, allora, le speranze di sopravvivenza dell’Euro sarebbero ridotte ai minimi storici e, oltre ai mercati, gli stessi cittadini avrebbero perso la fiducia necessaria per proseguire il cammino della moneta unica.
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