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Elezioni, Olanda: tutto quello che c’è da sapere. Si fa politica anche nei coffee shop
mercoledì 5 settembre 2012, di
Le elezioni in Olanda, fissate per questo 12 settembre, potrebbero essere decisive per le sorti dell’Europa. Perché? L’opinione pubblica è indecisa e spaccata, e intanto si fa politica attiva anche nei coffee shop. Se fino a poco tempo fa i sondaggi davano la maggioranza ai partiti estremisti, oggi le cose potrebbero essere cambiate.
I quattro moschettieri Olandesi
I quattro candidati preferiti e contesi, secondo gli ultimi sondaggi sono i rappresentati di due movimenti estremi e due moderati.
– Geert Wilders: rappresentante del Partij voor de Vrijheid, PVV (Partito per la libertà) dichiaratamente antislamista, è l’uomo che ha tentato di bandire il Corano dai Paesi Bassi e che ha condotto una campagna elettorale fondata su ideali anti-euro e a favore dell’uscita della Nazione dalla moneta unica.
– Emile Roemer: rappresentante del Socialistische Partij, SP (Partito Socialista) definito come "l’eterno sorridente", che si oppone ai tagli alle spese e rifiuta di cedere potere politico all’Europa promettendo di preservare il buono stato di welfare dei Paesi Bassi.
– Diederik Samsom: leader del partito laburista di centro-sinistra Partij van de Arbeid, PdvA. Stando a quanto riportato dal Financial Times gli interventi televisivi di Samson hanno ribaltato i sondaggi che fino a poco tempo fa vedevano in testa Roemer: Samson ha esplicitato l’intento del partito di abbandonare la propria identità ideologica aderendo ad una nuova politica neoliberale e ad una collaborazione con le politiche dell’Eurozona.
– Sybrand van Haersma Buma: è il rappresentante del partito di centro destra della democrazia cristiana, Christen-Democratisch Appèl (CDA) che ha perso maggiormente consenso, soprattutto per via dell’evidente indecisione riguardo alle posizioni da prendere e alla perdita di quel conservatorismo economico e culturale che, bene o male, ne caratterizzava l’ispirazione politica.
Chi vincerà le elezioni?
Secondo i sondaggi, dunque, l’opinione pubblica si divide attorno alle personalità politiche di Diederik Samsom ed Emile Roemer: entrambi rappresentati di forze politiche disponibili al confronto diplomatico Europeo. Uno più moderato, l’altro più estremo.
Lo schema di queste fluttuazioni di voti potenziali va consolidandosi: dapprima l’opinione pubblica è infervorata dalle posizioni più estreme, poi questo fervore si riduce a causa dei timori che la possibilità di rottura con la moneta unica incute. Così prendono consenso le posizioni più moderate, ma che allo stesso tempo promettano di non sottomettersi completamente all’Europa, che è evidente: spaventa.
Il declassamento dell’Outlook dell’Europa è stato un "avvertimento" da parte di Moody’s che ha sottolineato l’importanza strategica ed economica dei Paesi Bassi all’interno dell’Eurozona, definendoli insieme a Germania, Regno Unito e Francia i "baluardi dell’economia europea".
A chi va la maggioranza?
Infatti, secondo il sistema elettorale in vigore nei Paesi Bassi, per assegnare i 150 posti della Camera, si utilizza il metodo del quoziente puro. Ovvero: lo 0.67% dei voti è sufficiente ad assegnare un posto.
In questo modo, e soprattutto a causa della frammentazione della politica Olandese, una volta terminati gli scrutini il difficile sarà ancora da compiersi: costituire una maggioranza.
Dunque, sebbene sia possibile dire che i Paesi Bassi non lasceranno l’Euro è ancora difficile prevedere quali linee e quali politiche la nuova maggioranza intenda seguire.
"Non mandare il tuo voto in Fumo"
In Olanda, specialmente ad Amsterdam si sa, c’è una buona fetta di turismo legata alla tolleranza nei confronti del consumo di marijuana e, come apprendiamo dal Washington Post, in tempo di campagna elettorale anche i coffee shop fanno politica.
Secondo quanto riportato, infatti, lo slogan delle società dei coffee shop è questo: "non mandare il tuo voto in fumo". Un invito alla partecipazione nella vita politica e alle prossime elezioni, facendo particolarmente riferimento al recente "weed pass" ("permesso per l’erba") un provvedimento mirato ai coffee shop che dovrebbero chiudere le porte agli stranieri e diventare club esclusivi per i residenti.
Tanto il partito socialista quanto il partito laburista si sono detti contrari al "pass" che non farebbe altro che riempire le strade di spacciatori, come ha detto Roemer. Mentre Samsom, che emerge come il favorito dagli ultimi sondaggi, intende stracciare il pass e continuare a preservare la tolleranza della marijuana nelle leggi Olandesi e regolamentare non soltanto i rivenditori (coffee shop) ma anche i fornitori (coltivatori).
Questa può sembrare una banalità, ma c’è un grande quantità di denaro legato al turismo di un certo tipo e un numero di posti di lavoro che altrimenti andrebbero in rovina, altro che in fumo.