Sono stato a Washington quasi tutta questa settimana per la riunione di primavera del Fondo monetario internazionale. Vorrei poter dire che si è vista la luce in fondo al tunnel, ma la realtà è ancora profondamente deprimente. Mi dispiace usare luoghi comuni, ma mi vengono due parole in mente: giocherellare mentre Roma brucia, e ri-organizzare le sedie sul ponte del Titanic.
In "Le conseguenze economiche della pace", l’economista britannico John Maynard Keynes, ha scritto che la sua preferenza in qualsiasi negoziato o arbitrato era "dire la verità violenta e spietata", ma nelle discussioni di questa settimana c’è stato ben poco di questo. Invece di affrontare le cause alla base del disastro economico di oggi - l’euro - il dibattito si è concentrato su questioni marginali monetarie e fiscali, come ad esempio se il Regno Unito e gli Stati Uniti stessero avendo un ritmo di consolidamento troppo veloce.
FMI fuori luogo
Questo non è solo strano, è proprio pietoso. Ho già scritto circa le carenze generali del FMI nell’affrontare la peggiore crisi economica dalla seconda guerra mondiale, ma c’è molto più da dire a proposito.
Invece di costringere i leader della zona euro ad affrontare la verità - ossia, che il loro progetto nella sua forma attuale non solo sta facendo fallire loro, ma l’intera economia mondiale - lo stesso FMI si occupa di affari irrilevanti.
Uno dei grandi "enigmi" in discussione questa settimana al FMI è il motivo per cui il massiccio grado di stimolo monetario applicato alle economie avanzate nel corso degli ultimi quattro anni abbia avuto così poco effetto. Avrei pensato che la risposta fosse ovvia. Si può avere gestione della domanda quanto si vuole, ma finché gli squilibri di fondo dell’economia mondiale non vengono affrontati e rimangono irrisolti, le aziende e le famiglie non hanno avranno la fiducia necessaria per spendere e investire.
Il problema della zona euro
Il più grande esempio di questi problemi risiede nella zona euro. Da tempo è ormai evidente che ci sono solo due soluzioni permanenti al malessere della moneta unica. O si rompe, permettendo così alla magia delle valute fluttuanti di ripristinare l’equilibrio economico per l’Europa, oppure si deve muovere rapidamente verso un’unione di trasferimento su larga scala, in cui le nazioni con surplus devono sovvenzionare le economie in deficit. Invece di costringere i leader della zona euro ad affrontare questa scelta, il FMI acconsente a soluzioni "tampone" che non riescono ad affrontare il malessere sottostante.
Se si impedisce ai prezzi relativi di muoversi per ristabilire l’equilibrio nell’economia europea, quello che in effetti fa la moneta unica, allora l’intero processo di correzione economica diventa praticamente impossibile. Perché queste cose non vengono dette, apertamente e onestamente al FMI? Perché i leader politici della zona euro sono autorizzati a fuggire da un problema che causa miseria non solo all’interno dei propri confini, ma in tutto il mondo industrializzato?
Dati confusi di Rehn
Nel corso di una conferenza stampa venerdì, Olli Rehn, vice presidente della Commissione europea, ha detto che la strategia di austerità fiscale stava funzionando. Il deficit della zona euro si sarebbe dimezzato del 6-3% quest’anno, consentendo al ritmo del consolidamento fiscale di rallentare dal 1,5% dello scorso anno al 0,75% del prossimo. Questo ritmo è più lento che negli Stati Uniti, e lui non prenderebbe lezioni da nessuno sull’inutile asprezza della medicina fiscale che viene distribuita.
Purtroppo, il problema è proprio questo. Si tratta di dati aggregati, sostanzialmente influenzati dal fatto che la Germania, tornata nuovamente a qualcosa di simile ad un bilancio in pareggio, sta cessando quest’anno il suo consolidamento fiscale. Lo stesso non vale per le nazioni più deboli dell’eurozona, per le quali c’è ancora ben poca tregua. La zona euro è ancora un insieme di 17 nazioni sovrane, qualcuna in surplus, qualcuna in deficit, ma Rehn ne parla come se si trattasse di una nazione sola. La sua analisi è quindi ridicola. Se si dovesse aggregare l’intera economia mondiale, ci troveremmo in uno stato di perfetto equilibrio. Eppure, come sappiamo, al suo interno ci sono enormi surplus ed enormi deficit.
Compito troppo grande
La situazione attuale è senza speranza. C’è troppo capitale politico, troppi ego e troppe carriere che cavalcano la continuazione dell’unione monetaria per essere in grado di ammettere il fallimento. Il FMI è stato istituito per affrontare le crisi economiche internazionali proprio di questo genere. Eppure, di fronte alla più grande crisi dalla seconda guerra mondiale, il fondo si è dimostrato inadeguato al compito.
La crisi, temo, diventerà molto più grave prima che la volontà collettiva emerga per affrontare le cause più profonde. Come è triste che per farsi ricoverare in ospedale bisogna prima spararsi su un piede!
| Traduzione italiana a cura di Erika Di Dio. Fonte: The Telegraph |
© RIPRODUZIONE RISERVATA