Un’indagine in più puntate sulle fonti di finanziamento per le imprese italiane e le criticità nell’erogazione del credito.
Francesco 51 anni, è titolare di un’impresa agroalimentare in Campania. Ha proseguito l’attività avviata dal padre, migliorando costantemente la qualità del prodotto: ha ottenuto tutte le certificazioni di qualità previste, di sicurezza alimentare e igiene garantendo la tracciabilità e l’autenticità della materia prima. Nonostante un costante aumento del fatturato - oltre il 20% negli ultimi 5 anni, grazie anche all’apertura di mercati in Europa (principalmente in Germania e Francia) - la sua impresa sta incontrando alcune difficoltà, dovute anche alla situazione congiunturale. I margini reddituali si sono abbassati e questo sta complicando l’accesso alle fonti di finanziamento.
«A gennaio ci siamo messi alla ricerca di un finanziamento di 2 milioni di euro per un nuovo impianto di lavorazione — spiega — che ci avrebbe consentito di ridurre gli scarti di quasi il 15%. Le banche con cui attualmente operiamo mi hanno comunicato che avevo già raggiunto il tetto massimo di fido concedibile ed altre a cui mi sono rivolto vogliono tassi intorno al 5% ma solo in presenza di garanzie ipotecarie e con durata breve; nel frattempo sto perdendo commesse e la liquidità diminuisce perché anche i clienti pagano con scadenze elevate».
Questo primo articolo introduce un’inchiesta in 5 puntate che Money.it dedica al rapporto tra PMI e credito. Nelle prossime uscite saranno analizzati opportunità, ostacoli e rischi del sistema attuale di finanziamento a questa categoria di imprese, con dati, testimonianze e scenari. [...]
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