Cosa succede al prezzo del petrolio?

Violetta Silvestri

18/11/2021

02/12/2022 - 11:02

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Il petrolio affonda e scivola sui minimi plurisettimanali, pressato dal probabile e ormai prossimo rilascio delle riserve strategiche delle potenze consumatrici, USA in primis. Che succede al greggio?

Cosa succede al prezzo del petrolio?

Prezzo del petrolio sotto i riflettori: il greggio viaggia in netto calo, sotto gli 80 dollari al barile nelle quotazioni WTI e Brent.

La pressione sull’oro nero arriva dall’insistenza del piano Biden contro l’aumento insostenibile dei prezzi della benzina: rilasciare greggio dalle riserve strategiche diventa sempre più probabile stando alle ultime indiscrezioni.

Cina, India, Giappone e Corea del Sud sarebbero state contattate da Washington per un allentamento coordinato tra i principali consumatori del combustibile.

In vista di un potenziale eccesso di offerta, il prezzo del petrolio ha subito il tonfo. Cosa sta succedendo al mercato del greggio?

Petrolio in ribasso: il motivo è la pressione USA

Alcuni dei maggiori acquirenti mondiali di greggio hanno dichiarato giovedì 18 novembre che stanno cercando di sfruttare le riserve strategiche di petrolio.

L’indiscrezione è arrivata dopo che diverse fonti hanno affermato a Reuters che gli Stati Uniti avevano richiesto una mossa coordinata per raffreddare i prezzi globali dell’energia.

L’impatto sulle quotazioni di greggio non si è fatto attendere. Alle ore 9.35 circa, il Brent scambia a 79,78 dollari al barile, con un calo dello 0,61% e il future sul petrolio WTI segna 76,86 dollari al barile, con un -0,86%.

La quotazione a New York ha chiuso in ribasso del 3% mercoledì 17 novembre, con entrambi i benchmark che sono scesi al di sotto delle loro medie a 50 giorni.

Nel dettaglio, il WTI in una settimana ha perso oltre il 5% e i futures sul Brent sono scesi del 2,53% in 7 giorni e del 7,56% in circa un mese.

Gli USA sembrano agguerriti nella lotta ai prezzi energetici alle stelle. Già a inizio mese Biden aveva esortato l’OPEC+ a rilasciare maggiore quantità di greggio, senza essere ascoltato. Il clima tra la potenza statunitense e il cartello si è anche inasprito.

Intanto, Joe Biden e il suo omologo cinese Xi Jinping hanno discusso sulla questione del rilascio di petrolio dalle loro riserve in un vertice virtuale lunedì 15 novembre, ma non hanno preso una decisione, secondo funzionari che hanno familiarità con le discussioni. In una lettera di mercoledì 17 novembre, Biden ha invece esortato la Federal Trade Commission a indagare su possibili condotte illegali nei mercati della benzina statunitensi.

Cosa succede al prezzo del greggio e quali previsioni

L’ultimo aggiornamento dal fronte petrolio racconta che l’amministrazione USA ha chiesto ai grandi compratori di greggio come Cina, India, Corea del Sud e Giappone di considerare il rilascio delle scorte.

L’ufficio di competenza cinese ha dichiarato di essere al lavoro su un rilascio delle riserve di petrolio greggio, anche se ha rifiutato di commentare la richiesta degli Stati Uniti.

Un funzionario del ministero dell’industria giapponese ha affermato che gli USA hanno richiesto la cooperazione di Tokyo per affrontare l’aumento dei prezzi del petrolio, ma non ha potuto confermare se la richiesta includesse il rilascio coordinato di scorte. Per legge, il Giappone non può utilizzare i rilasci di riserve per abbassare i prezzi.

Dalla Corea del Sud il messaggio è stato chiaro:

“Stiamo esaminando a fondo la richiesta degli Stati Uniti, tuttavia, non rilasciamo riserve di petrolio a causa dell’aumento dei prezzi del petrolio. Potremmo rilasciare riserve di petrolio in caso di squilibrio dell’offerta, ma non per rispondere all’aumento dei prezzi del petrolio.”

In attesa di capire se davvero ci sarà l’immissione di petrolio di riserva sul mercato, non c’è dubbio che la pressione USA abbia avuto il suo effetto shock sulle quotazioni.

La proposta rappresenta una sfida senza precedenti per l’OPEC, perché coinvolge la Cina, il più grande importatore mondiale di greggio.

Da segnalare che l’Agenzia Internazionale per l’Energia ha ricordato che, sebbene la crescita della domanda rimanga robusta, l’offerta sta recuperando terreno. Nel frattempo, l’OPEC ha affermato che presto potrebbe emergere un surplus mentre il rimbalzo dalla pandemia vacilla.

Il prezzo del petrolio sembra destinato a nuova volatilità.

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