Corte costituzionale tedesca, Rizzo: “Germania detterà legge in UE”

Leonardo Pasquali

8 Maggio 2020 - 18:26

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La recente decisione della corte costituzionale tedesca sul Quantitative Easing è tra gli argomenti affrontanti da Marco Rizzo nell’ultima puntata de “L’altro punto di vista” sul canale YouTube di Money.it

Martedì è arrivata la decisione della corte costituzionale tedesca riguardo il Quantitative Easing e la sua legalità. Marco Rizzo, segretario del Partito Comunista, ne ha parlato durante la 21esima puntata de “L’altro punto di vista” sul canale YouTube di Money.it.

Secondo Rizzo, la sentenza dei giudici di Karlsruhe metterà la Germania di fronte a un bivio: uscire dall’Unione europea o rimanere imponendo condizioni pesantissime per gli altri Paesi membri. Cerchiamo di capire quale sia lo scenario più probabile.

“Scelta della corte costituzionale tedesca pesa come un macigno”

La sentenza della corte costituzionale tedesca sul Quantitative Easing è arrivata due giorni fa. All’interno della stessa viene specificato che la BCE avrà un tempo massimo di tre mesi per fare una verifica e una rettifica non delle misure economiche future ma di quelle attuate in passato, tra queste il bazooka di Draghi introdotto nel 2016. Lo strumento del QE dovrà essere quindi aggiustato nel giro di poche settimane, visto che alcune azioni della Banca centrale sarebbero illegali e non valide in Germania.

Questa la previsione fatta da Marzo Rizzo, segretario del Partito Comunista, nell’ultima puntata de “L’altro punto di vista”:

“Ho l’impressione che le cose andranno molto male. Questa scelta della corte costituzionale tedesca peserà come un macigno su chi dovrà pagare di più e chi di meno. Chiaramente tutto rientra all’interno del sistema capitalistico”.

Due opzioni per la Germania

La Germania si troverà a dover scegliere fra due opzioni, come spiega Rizzo: una è quella di abbandonare definitivamente l’UE e l’altra quella di restarne all’interno aggiungendo un carico forte a discapito di tutti gli altri Stati. È chiaro che nella seconda ipotesi i Paesi che nelle ultime settimane hanno chiesto il MES senza condizioni avvertirebbero pressioni maggiori. Ripercussioni anche in l’Italia, dove i prossimi decreti del Governo verranno inevitabilmente influenzati da questa dinamica.

Ecco cos’ha dichiarato in merito il segretario del Partito Comunista nell’ultima puntata de “L’altro punto di vista”:

“Il capitalismo tedesco ha di fronte queste due scelte. Berlino può sfilarsi dall’Europa con un ‘supermarco’ oppure rimanere nell’UE. Sceglieranno di star dentro ma imporranno condizioni così pesanti che le voci antieuropeiste si moltiplicheranno”.

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