Coronavirus in Italia: l’allarme via WhatsApp, bufala o verità?

Matteo Novelli

29 Gennaio 2020 - 10:36

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Coronavirus in Italia a Lecce: il messaggio audio su Whatsapp getta l’allarme, ma si tratta di una notizia vera o di una bufala orchestrata a regola d’arte? Ecco a cosa fare davvero attenzione.

Coronavirus in Italia: l’allarme via WhatsApp, bufala o verità?

Coronavirus in Italia, a Lecce: il messaggio vocale su WhatsApp che sta circolando in queste ore desta indubbiamente scalpore, dato il contenuto sensibile diffuso a catena di S. Antonio e simile a una testimonianza vera e propria. Ma si tratta di una bufala o di una verità?

WhatsApp, come accaduto in passato, è un ricca fonte di fake news e bufale e l’allarme Coronavirus si presenta come un’esca gustosa per chi, con un discutibile spirito goliardico, crea e diffonde audio o messaggi di testo allarmanti e senza un briciolo di verità.

Il caso più recente vedrebbe circolare su WhatsApp un falso messaggio vocale riportante la presenza in Italia di due casi di Coronavirus, in particolare a Lecce: a questo si unisce un ulteriore nota che invita le persone a non andare su nei negozi cinesi al fine di scongiurare un possibile contagio. Ecco cosa sta succedendo.

WhatsApp e Coronavirus a Lecce: la bufala del caso in Italia

Il messaggio vocale relativo al caso italiano di Coronavirus gira su WhatsApp e rischia di creare un inutile allarme che può risultare molto pericoloso. I vocali in questione sono due, uno registrato da una voce femminile e l’altro da una voce maschile.

Due differenti versioni capaci di creare due false testimonianze, risultando così più credibili alle orecchie degli utenti meno esperti. Ecco la trascrizione del vocale che ha come protagonista una donna:

“Questo pomeriggio al pronto soccorso di Lecce si è ricoverato un cinese molto grave con il virus in quanto era rientrato da 10 giorni dalla Cina ed è affetto. Quindi il pronto soccorso, se si può evitare di andare al pronto soccorso di Lecce è meglio evitare e andare in altri ospedali perché adesso c’è il pericolo qui. È confermato, ve lo dico perché lo so personalmente in quanto mio fratello sta nel pronto soccorso.”

Questa invece la versione registrata da un misterioso uomo:

“Ciao ragazzi, buona sera a tutti. Un’informazione importante: io ora sto andando a Taranto al lavoro con un collega che ha una postazione al 118 e quindi sta sempre a contatto con gli ospedali e tutto. Praticamente a Lecce, al pronto soccorso di Lecce, hanno ricoverato un cinese che stava malissimo che 10 giorni fa è stato in Cina. Quindi, evitate di andare al pronto soccorso di Lecce sperando ovviamente che non ne abbiate bisogno, però cercate di fare attenzione. La notizia è sicura perché lui ora sta facendo il giro di telefonate, questo collega sta facendo il giro di telefonate con tutti i ragazzi che lavorano con lui nelle ambulanze e li sta avvisando di quando vanno al pronto soccorso di mettere le mascherine e quant’altro insomma. Dice che questo cinese già lo hanno isolato, diciamo, e andrà messo in quarantena sicuramente, però sarà sicuramente succederà un casino mo’ al Vito Fazzi, quindi queste sono le notizie. Se avete altro modo per verificare l’informazione ben venga, perché lui questo collega è affidabile su questa cosa avendo la postazione di 118, lo do per certo insomma. Però, tanto se c’è questa voce facciamo attenzione.”

Si tratta di notizie assolutamente false: la smentita ufficiale, per i più scettici, è arrivata dal primario del pronto soccorso Silvano Fracella. Si tratta di una fake news pericolosa e, in questo caso, totalmente infondata.

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Coronavirus su WhatsApp: la bufala dei negozi cinesi

A questi due vocali si aggiungono anche messaggi di testo allarmanti che condividono lo stesso obiettivo: gettare allarmismo infondato e diventare virali.

In questo caso a essere presi di mira sono i negozi cinesi, che riportano consigli al vetriolo (ovviamente rivolti ai soliti amici, parenti e colleghi) che invitano a evitare i vari casalinghi, ristoranti e centri benessere gestiti dalla popolazione cinese in Italia. Tutto assolutamente falso e infondato.

È bene ricordare che il procurato allarme è un reato serio che risponde all’art 658 del codice penale: i rischi per i colpevoli, in questo caso gli autori del messaggio, vanno dall’arresto fino a sei mesi o con un’ammenda che può arrivare a toccare i 516 euro.

Verificate sempre attentamente le fonti di eventuali notizie del genere diffuse via chat come WhatsApp e affidatevi ai soli canali d’informazioni ufficiali (onde evitare allarmismo e psicosi collettiva decisamente spiacevoli).

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# Bufale

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