Consob: italiani ignoranti in finanza, si affidano al passaparola per investire

Antonio Atte

14 Settembre 2016 - 13:29

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Il rapporto Consob 2016 traccia un quadro preoccupante sulla competenza degli italiani in materia finanziaria. Ecco perché.

Consob: italiani ignoranti in finanza, si affidano al passaparola per investire

Rapporto Consob 2016 - Gli italiani capiscono poco o nulla di economia e finanza e l’ultimo rapporto della Consob su “Fiducia, investimenti e crescita” lo dimostra chiaramente.

Stando ai dati presentati dallo studio, il 50% delle famiglie italiane possiede almeno un prodotto finanziario (nel 2007, prima che deflagrasse la grande crisi finanziaria, la quota era pari al 55%).

Eppure gli abitanti del Belpaese, nonostante la rediviva propensione all’investimento, dimostrano di non conoscere i meccanismi che regolano i mercati finanziari: in poche parole, non sanno come far fruttare i propri risparmi.

Consob: gli italiani non si fidano dei consulenti finanziari

Il rapporto della Consob sottolinea come gli italiani non si fidino dei consulenti finanziari: il 38% del totale, infatti, si affida al passaparola e preferisce seguire le “dritte” di colleghi e familiari (informal advice), mentre solo il 10% si rivolge a un esperto. Il 24% decide per conto proprio mentre il restante 28% opera in autonomia dopo aver ascoltato il parere di un esperto.

La propensione a ricorrere a un intermediario è direttamente proporzionale alla competenza finanziaria dei risparmiatori. I più competenti in materia di finanza sono in genere quelli più istruiti e per lo più risiedono nel Nord del Paese.

Dati emblematici se si considera che più del 20% delle persone intervistate dichiara di non conoscere alcuno strumento finanziario, mentre l’8% non è in grado di spiegare cosa possiede. Solo il 40% degli intervistati, inoltre, sa cosa sia l’inflazione.

Consob: ecco come cambiano le scelte d’investimento delle famiglie

La recessione ha profondamente inciso sulle scelte d’investimento delle famiglie italiane, che preferiscono la liquidità. I depositi bancari e postali sono infatti passati dal 38% di otto anni fa al 52% del 2015.

A fronte di un netto calo degli investimenti in fondi, delle azioni in Spa italiane e delle obbligazioni non bancarie, si registra una crescita delle obbligazioni bancarie, che alla fine del 2015 risultavano il prodotto finanziario più diffuso, seguite dai titoli di Stato.

Ma cos’è che tiene a freno la propensione ad investire? Nel 60% dei casi la mancanza di denaro. Il 20% degli intervistati, invece, ha paura di incorrere in perdite, mentre il 10% non si fida degli intermediari.

Consob: italiani meno “formichine” dei colleghi europei

Nel report la Consob spiega che:

“il rafforzamento della situazione economica delle famiglie, testimoniato a partire dal 2013 dalla ripresa dell’occupazione e dall’aumento del reddito disponibile, è andato di pari passo con il costante miglioramento del sentiment degli operatori e il graduale ritorno del tasso di risparmio sui livelli pre-crisi (13%)”.

Eppure, rispetto ai colleghi europei, gli italiani risparmiano di meno. Il tasso di risparmio si colloca molto al di sotto dei valori di lungo periodo e a fine 2015 si attesta al 10%, a fronte di una media europea del 13%.

Sempre dall’analisi Consob emerge infine che nel 2015 la ricchezza netta delle famiglie italiane è rimasta praticamente ferma (+0,4%), mentre nell’Eurozona è aumentata del 3,2%.

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