Condono slot machine, rischio stangata per gli italiani

Valentina Brazioli

30/10/2013

Grazie al condono sulle slot machine i signori del gioco d’azzardo hanno ottenuto un generosissimo sconto sulle multe inflitte loro dalla Corte dei Conti per “presunto danno erariale”: da un totale di 2,5 miliardi si è arrivati a una somma che oscilla tra i 600 e gli 800 milioni di euro. Il tutto nella speranza di incassare rapidamente le risorse necessarie a coprire i costi dell’abolizione Imu. Ma cosa rischiano gli italiani se i concessionari delle slot non pagano?

Condono slot machine, rischio stangata per gli italiani

Il condono concesso ai concessionari delle slot machine rappresenta una delle azioni più controverse intraprese dal Governo Letta-Alfano che, di fatto, ha elargito un importate sconto alla lobby del gioco d’azzardo.

Sconto iniziale da 98 miliardi a 2,5 miliardi

La storia è nota ai più ma la riassumiamo brevemente: tra il 2005 e il 2007 10 concessionarie di slot machine sono finite sotto accusa per il mancato collegamento delle macchinette al sistema telematico di controllo della SOGEI, società di Information and Communication Technology del Ministero dell’Economia e delle Finanze, portando a una penale di 50 euro per ogni ora di non collegamento. Il totale era di quelli da far tremare i polsi: 98 miliardi , 456 milioni e 756 mila euro. Cifra che nel corso del procedimento giudiziario si riduce di oltre il 90%, per raggiungere, complessivamente, i 2 miliardi e cinquecento milioni.

Ulteriore sconto del Governo Letta

Uno sconto che, evidentemente, non bastava ai signori del gioco d’azzardo: così, nel corso del dibattimento sul decreto Imu, la maggioranza ha proposto un emendamento per abbassare dal 25 al 20% l’aliquota della sanatoria per i concessionari a condizione che il pagamento fosse immediato e in un’unica rata. Una decisione che, sebbene giustificata dalla spasmodica ricerca delle necessarie coperture per coprire il mancato gettito causato dall’abolizione dell’Imu sulla prima casa, ha suscitato le perplessità di molti: tra i beneficiari della sanatoria risultava anche Francesco Corallo, fondatore della Bplus, arrestato lo scorso agosto per un giro di corruzione dopo una latitanza di oltre un anno. Pazienza: secondo quanto riportato oggi anche da Il Messaggero la Bplus non avrebbe nessuna intenzione di aderire al condono, provocando un ammanco di quasi 200 milioni di euro. E anche Gmatica sarebbe orientata a non effettuare il versamento, contando su un verdetto di assoluzione in secondo grado. Incerti, infine, altri due concessionari, Codere e Hbg.

L’ipotesi del mancato gettito

Infatti, nonostante le strabilianti condizioni di favore, ad oggi, dei dieci concessionari multati, solo sei sono certamente intenzionati ad aderire alla sanatoria. Lo Stato sta quindi rischiando seriamente di non incassare i circa 600 milioni di euro già spesi dal Governo per azzerare la rata di giugno dell’Imu.

Rischio aumenti benzina, irpef e irap

Stavolta, tuttavia, è necessario smentire il popolare modo di dire “Tanto paga pantalone”: a pagare, ancora una volta, rischiano di essere i cittadini, con aumenti alle accise sulla benzina e degli acconti Irpef e Irap. Infatti, se mancheranno i soldi del mondo del gioco d’azzardo, il Governo sarà costretto già entro novembre a inaugurare una nuova stagione di aumenti.

Argomenti

# Italia
# IMU
# IRAP
# Accise
# IRPEF

Accesso completo a tutti gli articoli di Money.it

A partire da
€ 9.90 al mese

Abbonati ora

Iscriviti a Money.it