Comodato d’uso ai figli minori: nessuna esenzione dalle imposte locali

Isabella Policarpio

9 Aprile 2019 - 12:23

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Nessuna esenzione dalle imposte locali in caso di comodato d’uso ai figli minori. Lo stesso vale anche per il coniuge. L’ordinanza della Cassazione.

Comodato d’uso ai figli minori: nessuna esenzione dalle imposte locali

In caso di comodato gratuito ai figli minori, il proprietario dell’immobile non ha diritto all’esenzione dalle imposte locali. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione nell’ordinanza n. 5529 del 2019, sulla base del fatto che non è pensabile che i figli minori vivano nell’immobile da soli e vi abbiano la residenza anagrafica.

I giudici della Suprema Corte hanno ribadito anche che l’esenzione dalle imposte locali non si applica nemmeno quando l’immobile è dato in comodato d’uso al coniuge, in quanto questi non rientra tra i familiari in linea retta (ex articolo 74 del Codice Civile).

Nel caso di specie, la Corte non ha riconosciuto l’esenzione dal pagamento dell’Ici, ma, per analogia, lo stesso trattamento vale anche per l’Imu e la Tasi.

Comodato d’uso ai figli minori: il proprietario non ha diritto all’esenzione dalle imposte locali

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (la n. 5529 del 2019) ha stabilito che il proprietario che dà in comodato d’uso gratuito un immobile al figlio o ai figli minori non ha diritto alle esenzioni relative alle imposte locali. Come si apprende da Italia Oggi, infatti, nel caso di specie la Cassazione ha negato l’esenzione dal pagamento dell’Ici, tuttavia la stessa regola deve ritenersi applicabile anche in caso di Imu e Tasi.

La ratio alla base della decisione della Corte sta nel fatto che risulta assolutamente improbabile che il figlio minore viva da solo nell’immobile e vi abbia stabilito la residenza anagrafica. La Cassazione ribadisce anche che l’esenzione dalle imposte locali non si applica nemmeno quando il comodato d’uso gratuito è disposto nei confronti del coniuge, in quanto quest’ultimo non fa parte dei parenti in linea retta.

Nel caso di specie, i giudici della Suprema Corte hanno negato la sussistenza dei requisiti richiesti per beneficiare dell’esenzione poiché non è configurabile il comodato d’uso gratuito tra genitori e figli minori.

Inoltre, l’agevolazione va esclusa anche quando il minore vive insieme all’altro genitore perché il coniuge non può essere considerato alla stregua di un ricorrente annoverabile in quanto non ha un vincolo di parentela in linea retta con il proprietario dell’immobile, requisito stabilito ex lege per beneficiare dell’esenzione.

Esenzione dalle imposte locali per il comodato d’uso ai parenti: cosa dice la legge

La decisione della Corte di Cassazione si basa sul dettato dell’articolo 13 del Dl 201 del 2011 che prevede la riduzione della base imponibile del 50% in caso di concessione in comodato d’uso di un immobile ai parenti in linea retta fino al primo grado.

Dalla norma sono escluse le unità immobiliari classificate A/1, A/8 e A/9 nel catasto. Inoltre, si richiede la registrazione del contratto e che il proprietario dell’immobile possieda un altro immobile sul territorio italiano, oltre a quello in cui ha dimora abituale.

Ai sensi dell’articolo 1 della Legge di Bilancio 2019, l’agevolazione Imu si applica anche al coniuge in caso di morte del comodatario, ma solo in presenza di figli minori.

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