Come provare la convivenza di fatto

Isabella Policarpio

14 Maggio 2019 - 13:51

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Come si prova la convivenza di fatto? E a cosa serve la prova? Ecco come provare la convivenza more uxorio e quali effetti ne derivano.

Come provare la convivenza di fatto

Come si prova la convivenza di fatto?

La convivenza di fatto, detta anche convivenza more uxorio, produce effetti civili, patrimoniali e successori. Per questa ragione, i due partner che decidono di vivere insieme senza sposarsi possono aver bisogno di provare la stabilità della loro convivenza.

Nelle coppie di fatto, il vincolo affettivo non è sancito né dal matrimonio né dal contratto di convivenza; per questa ragione dare prova del legame affettivo può non essere agevole.

In questo articolo cercheremo di spiegare in modo chiaro come provare la convivenza more uxorio e quali diritti ne derivano.

Cos’è la convivenza di fatto?

Cosa significa “convivenza di fatto” o “more uxorio”? Queste due espressioni si riferiscono alla stessa cosa: la stabile convivenza tra due partner dello stesso sesso o di sesso diverso senza vincolo matrimoniale, unione civile o contratto di convivenza.

Nella convivenza di fatto non esiste alcun atto che provi il legame affettivo ed il reciproco impegno dei partner, per questa ragione farne prova può rivelarsi complesso. Vediamo come fare.

Come si dimostra la convivenza?

Come abbiamo anticipato, provare la convivenza more uxorio non è semplice, tuttavia ci sono degli elementi che possono essere d’aiuto. Primo fra tutti il certificato di stato famiglia.

Infatti, solitamente la coppia convivente quando si reca in Comune a registrare la residenza chiede anche la registrazione nello stesso stato di famiglia. Tuttavia si tratta di una possibilità e non di un obbligo, in quanto è possibile perfezionare l’iscrizione sia come nucleo familiare che come soggetti univoci.

Ebbene, l’iscrizione nello stesso nucleo familiare è un elemento importante a provare la convivenza di fatto, anche se da solo non basta a fornire prova assoluta.

Ne deriva che per esercitare i diritti more uxorio stabiliti dalla Legge Cirinnà (quali sono i diritti more uxorio?), non bastano né l’iscrizione nello stesso nucleo familiare né le dichiarazioni rese di fronte al notaio.

Come provare la convivenza di fatto: l’iscrizione nel Registro

Dunque, per provare la convivenza di fatto, il certificato di stato di famiglia, anche se utile, da solo non basta.

Ai conviventi non resta che una strada: formalizzare l’iscrizione presso il Registro delle convivenze di fatto del Comune in cui hanno la residenza, dal quale risulta il vincolo affettivo e la coabitazione. Infatti, solo chi è iscritto in questo Registro è considerato convivente di fatto/more uxorio.

Per effettuare la registrazione, e quindi ottenere tutti i diritti spettanti ai conviventi more uxorio, la coppia deve sottoscrivere un’apposita dichiarazione (scaricabile sul sito Internet del Comune) allegando copia dei documenti di identità.

Nel Modulo, la coppia dichiara di essere consapevole che la cessazione della convivenza di fatto non risolve automaticamente l’eventuale contratto di convivenza che continuerà ad esplicare i suoi effetti fin quando non sarà risolto con atto dal notaio o dall’avvocato.

A titolo esemplificativo, alleghiamo il Modulo di dichiarazione anagrafica di convivenza di fatto elaborato dal Comune di Roma capitale.

Modello dichiarazione convivenza di fatto, Comune di Roma
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