I dati macroeconomici cinesi deludono, annullando la ripresa della prima metà del 2017. Colpa dello stop dell’impulso al credito, che mette nei guai il Dragone.
Il breve recupero che i dati economici della Cina hanno mostrato nella prima metà del 2017 si è dissolto: la realtà ad oggi è che il crollo dell’impulso al credito sta affossando di nuovo l’economia.
Le vendite al dettaglio, gli investimenti in immobilizzazioni e la produzione industriale hanno tutti mancato le aspettative rallentando drasticamente, come mostrato sul Calendario Economico.
L’impulso al credito è un termine coniato da Michael Biggs, allora economista della Deutsche Bank, quando nel 2008 lo definì come la variazione del nuovo credito emesso come percentuale del PIL. Ha mostrato che nella maggior parte dei paesi la domanda del settore privato (C + I) è strettamente correlata all’impulso creditizio e ha sostenuto che l’importante variabile del credito in termini di previsione della crescita del PIL è la variazione del flusso del credito, non la variazione del suo stock.
I dati cinesi deludono
I dati sulla Cina pubblicati questa notte, difficili da ignorare, comprendono:
- vendite al dettaglio +10,1% a/a (+10,5% previsto), ben al di sotto del guadagno di luglio del 10,4%
- investimenti in immobilizzazioni +7,8% a/a (+8,2% previsto), ben al di sotto dell’incremento del luglio dell’8,3%
- produzione industriale +6,0% a/a (+6,6% previsto), drasticamente più debole rispetto al rialzo del 6,4% di luglio.
Cosa sta succedendo?
Il forte miglioramento registrato nella prima parte del 2017 può dirsi ufficialmente morto:
E la delusione sul fronte macroeconomico cinese può dirsi solo all’inizio:
Infatti l’impulso al credito della Cina è il peggiore del mondo.
E intanto lo yuan cinese continua a crollare, ed è il terzo giorno consecutivo.
La Cina tornerà attiva nella guerra delle valute ora che il credito non sta più sostenendo la sua economia?
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