Economia: da emergente a emersa, per la Cina è l’esame di maturità

Ufficio Studi Money.it

22 Luglio 2019 - 09:00

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La minor crescita del Pil nel secondo trimestre dell’anno è un evento strutturale e fa parte di un processo di transizione dell’economia cinese dallo status di “emergente” verso un nuovo modello di economia sviluppata

Economia: da emergente a emersa, per la Cina è l’esame di maturità

Il dato uscito la scorsa settimana sul Pil cinese relativo al secondo trimestre dell’anno ha fatto notizia: è stato il tasso di crescita più basso degli ultimi 27 anni.

Il presidente Usa Donald Trump ha festeggiato con un Tweet: «L’effetto dei dazi si sta facendo sentire».

Quello che il numero uno della Casa Bianca ignora è che il “rallentamento” della crescita cinese (virgolette d’obbligo trattandosi comunque di una percentuale fra le più alte al mondo), in atto peraltro da anni, è un evento strutturale e fa parte di un processo di transizione dell’economia dell’ex Celeste Impero dallo status di “economia emergente” verso un nuovo modello di economia del tutto emersa, per non dire sviluppata.

Cina in numeri: dati e previsioni sull’economia

L’evoluzione del Pil cinese. In bianco sono riportate le stime elaborate da Bloomberg sulla base dei dati di OECD, IMF e World Bank.

Come vediamo dalla tabella, l’economia cinese ha decisamente cambiato passo rispetto a qualche anno fa. Si è passati in soli 7 anni dal +7,9% del 2012 (anno della nomina di Xi Jinping a Segretario generale del Partito Comunista Cinese) al +6,6% sfoderato nel 2018.

Ad oggi le previsioni dei grandi organi sovranazionali, dall’OCSE, all’IMF alla World Bank convergono verso una stima del +6,2% del Pil per il 2019 e del +6 per cento nel 2020. Queste stime sono sostanzialmente in linea con quelle fornite dal Congresso Nazionale, emanazione del Partito del Popolo di Pechino.

L’esame di “maturità” della Cina

La sfida più importante che attende il presidente Xi Jinping è la maggior apertura della Cina verso i capitali esteri, la minor dipendenza dell’economia dalle esportazioni e l’incremento della quota di consumi privati interni sul Pil totale.

Per diversi economisti nei prossimi mesi la politica fiscale che il governo centrale porterà avanti svolgerà un ruolo di primo piano, con quella monetaria che avrà un ruolo di sostegno.

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