Marta Pascal, la leader del Pdecat, ha dato via libera al presidente Puigdemont per dichiarare l’indipendenza se il governo di Madrid applicherà l’art. 155 della costituzione per commissariare la Catalogna.
Ore 10 tra Barcellona e Madrid. Come in un film le scene che si mostrano agli occhi del mondo. Ecco la prima: la seconda lettera di Puingdemont.
Immediata la seconda: il governo spagnolo risponde dopo pochi minuti e quasi in tempo reale dichiara che darà inizio alle procedure, che come è noto sono state già avviate, per l’applicazione dell’articolo 155 della Costituzione.
Puigdemont non ha risposto esplicitamente e Rajoy ha confermato che sabato convocherà un consiglio dei ministri straordinario, che era già stato programmato e di sicuro era già stato abbozzato anche l’ordine del giorno ma la notizia è che la settimana prossima il Senato voterà le prime misure, che ancora non sono state rese note.
Rajoy e il governo spagnolo si presentano uniti e con larghe convergenze dei vari gruppi delle Cortes, il parlamento spagnolo. I media, tra agenzie stampa e siti dei giornali, hanno riferito che il presidente catalano Carles Puigdemont non ha risposto e invece una risposta l’ha data ed è una svolta:
Se si applica l’art. 155 si revoca la sospensione dell’indipendenza.
La svolta non l’ha fatta però Puingdemont ma Marta Pascal, coordinatrice generale del Pdecat, che ha dato via libera al presidente catalano per dichiarare da oltre 15 giorni dal referendum di domenica 1° ottobre l’indipendenza effettiva se il governo di Rajoy applicherà l’art. 155 della costituzione. in pratica contro la Catalogna, commissariando il governo eletto nel 2015.
Non è poco e si tratta di una svolta perché significa che alle elezioni anticipate anche il gruppo parlamentare di “insieme per Sì” è contrario. Si tenga conto che questo gruppo nel parlamento catalano ha 62 deputati e con i 10 della Cup si ha la maggioranza su 135.
Chi è Marta Pascal
Laureata in Scienze Politiche e Amministrazione presso l’Università di Pompeu Fabra di Barcellona, università che ha preso il nome dal noto grammatico catalano Pompeu Fabra, linguista e autore del dizionario omonimo, è una deputata del gruppo “insieme per Sì” ed è coordinatore generale del Partito Democratico Europeo Catalano dal 2016. Da una biografia molto articolata leggo che è stata presidente della gioventù nazionalista della Catalogna dal 2012 al 2015 e anche portavoce della nota Convergenza Democratica della Catalogna per gli anni 2015 e 2016.
Ha 34 anni e ben interpreta il sentiment dei giovani catalani che - diciamolo - sono stati molto attivi nel referendum di domenica - nel suo svolgimento ci sono stati oltre 900 feriti.
Pingdemont ora ha tutto nelle sue mani: nella sinistra ha la lettera pubblica della Cup, la Candidatura d’Unitat Popular, che ha chiesto di togliere la sospensione degli effetti della dichiarazione dell’indipendenza del 10 ottobre, ma oggi ha anche nella mano destra il via libera per proclamare l’indipendenza che Marta Pascal gli ha dato nel caso in cui il governo spagnolo attivasse l’art.155 della Costituzione. Ma Rajoy lo ha già attivato dal 10 ottobre.
Continuano le manifestazioni
Le manifestazioni sono continue e sabato ne è prevista una Barcellona e a quanto pare generale. Cedimenti quindi nella popolazione non si vedono anche se è pensabile che comunque non è che a tutti gradita che si stia procedendo per l’indipendenza della Catalogna. Non sono mancate interviste contro e dichiarazioni ma sulle ragioni dell’indipendenza non ci sono stati pronunciamenti.
Chiaro è che l’economia sarà comunque un problema per la Repubblica della Catalogna - se nasce davvero s’intende - e nella fase transitoria che inizierà dopo la proclamazione effettiva dell’indipendenza dovranno essere affrontati problemi strutturali sia sul versante della moneta - perché non è scontato che l’Ue e la Banca centrale europea permetterà di continuare a utilizzare l’euro - e sia per la finanza che dovrà essere organizzata costituendo una nuova "Borsa" della Catalogna.
Altri problemi non di facile soluzione saranno a livello del commercio come logico import/export e questi saranno in relazione ai stati che riconosceranno la Catalogna oppure non la riconosceranno. Al riguardo non si possono fare previsioni.
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