Caso Volkswagen: via alle perquisizioni in fabbriche, uffici e case dei dipendenti

Francesco Lucchetti

9 Ottobre 2015 - 13:26

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Blitz della polizia nelle fabbriche e negli uffici della Volkswagen, le indagini sul Diesel Gate vanno a fondo. Angela Merkel preoccupata per l’automotive: “non condannare l’intero settore”

Caso Volkswagen: via alle perquisizioni in fabbriche, uffici e case dei dipendenti

Si muove anche la giustizia tedesca e da ieri sono iniziate le perquisizioni nelle sedi del gruppo Volkswagen in Germania, a partire da quella di Wolfsburg. La Procura di Braunschweig ha dato all’alba di ieri il via ai blitz nelle fabbriche, negli uffici e addirittura nelle abitazioni private di alcuni manager e dipendenti di Volkswagen.

Sul Diesel Gate si indaga a fondo, con le perquisizioni sono avvenuti anche i primi sequestri di documenti e dispositivi informatici, potenziali contenitori di informazioni chiave riguardo i nomi delle persone coinvolte nello scandalo delle emissioni inquinanti e circa il loro operato.

L’imbarazzo di Volkswagen
L’azienda tedesca ha dato comunicazione della sua piena disponibilità a supportare le indagini ed a fornire tutto il materiale utile alle autorità. Allo stesso tempo, ha sporto denuncia a sua volta contro i responsabili interni, ma di fatto i dirigenti erano consapevoli da tempo di quanto stesse accadendo ed ora sembra disperato il tentativo di salvaguardare un’immagine che appare ormai davvero compromessa.

Michael Horn: colpa di qualche ingegnere
Esprimendo le sue scuse al Congresso degli Stati Uniti, l’amministratore delegato di Volkswagen negli USA ha affermato sotto giuramento che l’idea di installare il software per la manomissione dei test anti-smog è stata decisa da “qualche ingegnere informatico”. Il CEO dunque sarebbe stato consapevole di problemi sulle emissioni, ma non sul fatto che i test fossero truccati, almeno non fino al momento in cui l’azienda è stata costretta ad ammettere le proprie colpe.

Automobili richiamate negli Stati Uniti
Michael Horn ha anche sottolineato che il problema non riguarda solo un software, ma nella maggior parte dei casi anche l’hardware. Nell’arco di un anno l’azienda conta di richiamare circa 500 mila automobili coinvolte negli Stati Uniti, per effettuare a proprie spese le modifiche necessarie.

Angela Merkel: “non condannare l’intero settore dell’auto”
Il cancelliere Angela Merkel è preoccupata per l’industria dell’automotive tedesco e avverte che usare quanto accaduto per colpire tutto il settore sarebbe dannoso all’intera Germania, ma non solo: "Questo mette in rischio migliaia di posti lavoro in Europa”.
Nel frattempo il nuovo amministratore delegato di Volkswagen, Matthias Mueller, fa sapere che nel prossimo gennaio avrà inizio il richiamo delle automobili coinvolte nel Diesel Gate, per riprogrammare il software e, nei casi più gravi, sostituire i veicoli.

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